Tutto comincia con un post su Facebook. Di una brigatista. Certo, può sembrare strano che una Brigatista Rossa ceda al fascino massificatore di uno strumento creato per profitto da quello che poi è diventato uno degli uomini più ricchi del mondo, ma tant'è: anche Barbara Balzerani è sui social network.
Per dare voce alle proprie idee e rimbalzare iniziative di altri, sempre contigue al mondo della estrema sinistra. Ma anche per dire la sua, come quella, che suona subito un po' provocatoria, sul quarantennale prossimo venturo della strage di via Fani. "Chi mi ospita oltre confine per i fasti del 40ennale?" scrive la Balzerani, E subito arriva una sequela di risposte di persone che si offrono di ospitarla. Fino a una risposta un po' particolare: "Non è carino un week-end in spa, vicino via Fani, con un rewind a favore della commissione cervelli scureggianti parlamentari?" scrive un utente. E la Balzerani prontamente risponde: "Non mi piacciono gli horror".
A un altro utente che fa notare quanto poco opportuna sia l'ironia quando si parla di una strage ("non crede che un post come questo possa ferire i figli o i nipoti di chi fu vittima degli anni di piombo?") la brigatista risponde in modo più articolato:
(...) tutti coloro che hanno accesso ai mezzi della comunicazione e che altro non hanno prodotto che verità di comodo, mistificazioni e vere e proprie menzogne su quegli avvenimenti, i comportamenti e le responsabilità di ciascuno (...) Non crede sia interesse anche di quelle persone che lei ritiene io abbia offeso che un simile evento non sia lasciato alla ricostruzione di personaggi che per nulla hanno a cuore il rigore di una ricostruzione storica? Personalmente, se potessi, mi sottrarrei a questo cialtronesco spettacolo mediatico che, questo si, a mio parere, offende i sentimenti e l'intelligenza dei più
La questione sembra chiusa qua, ma la riapre, con una lettera riportata dal Corriere, Raimondo Etro, il brigatista che custodì le armi usate per al strage di via Fani. "Dopo avere letto il suo commento su Facebook nel quale – goliardicamente dice lei – chiede di 'essere ospitata oltre confine per i fasti del quarantennale'... avendo anch’io fatto parte di quella setta denominata Brigate rosse...provo vergogna verso me stesso...e profonda pena verso di lei, talmente piena di sé da non rendersi neanche conto di quello che dice" scrive Etro.
Poi getta una luce inquietante su quegli anni: "Per nascondere di avere agito per conto e per fini che con la cosiddetta rivoluzione proletaria non avevano nulla a che fare lei nega addirittura l’evidenza" scrive, "Non voglio entrare nel merito delle chiacchiere. (...) Mi limito a dire semplicemente: “ci hanno lasciati fare”...". E ancora:
Le Brigate rosse hanno rappresentato l’ultimo fenomeno di un’eresia politico-religiosa che nel tentativo maldestro di portare il Paradiso dei cristiani sulla terra...ha creato l’Inferno...Inoltre lei dimentica che chi le permette di parlare liberamente...è proprio quello Stato che noi volevamo distruggere...così pregni di quella stessa schizofrenia che al giorno d’oggi affligge i musulmani che da una parte invidiano il nostro sistema sociale, dall’altra vorrebbero distruggerlo». E la chiusa è altrettanto drammatica: «Il silenzio sarebbe preferibile all’ostentazione di sè, per il misero risultato di avere qualche applauso da una minoranza di idioti che indossano la sciarpetta rossa o la kefiah. Ci rivedremo all’Inferno
Il risultato è che la Balzerani ha anche cancellato il suo post, che nel frattempo però è stato 'fotografato' e condiviso su Twitter.
Cosa bisogna sapere
- La strage: L'agguato di via Fani fu compiuto da militanti delle Brigate Rosse il mattino del 16 marzo 1978 per uccidere i componenti della scorta di Aldo Moro e sequestrare il presidente della Democrazia Cristiana. Il rapimento si concluse dopo 55 giorni con il ritrovamento del cadavere di Moro nel bagagliaio di una Renault 4 rossa in via Michelangelo Caetani.
- Chi è Barbara Balzerani: considerata la 'Primula Rossa' delle Br, fu arrestata il 19 giugno del 1985, dieci anni dopo aver aderito al gruppo terroristico e dopo aver preso parte alla strage di via Fani e al sequestro Moro; all'oimodvciido del sindaco di Firenze Lando Conti e del magistrato Girolamo Minervini, oltre che al sequestrio del generale statunitense James Lee Dozier. Non si è mai pentita, nè dissociata. Condannata all'ergastolo, il 12 dicembre 2006 le è stata concessa la libertà condizionale. È tornata definitivamente in libertà, avendo scontato la pena (secondo i dettami della legge Gozzini), nel 2011. Attualmente lavora per una cooperativa di informatica, oltre a dedicarsi alla letteratura.
- Chi è Raimondo Etro: ha rotto da tempo con i “compagni” e col suo passato. A lui furono affidate in custodia le armi di via Fani ("un kalashnikov, una mitraglietta, alcune pistole"). Oggi ha 61 anni e vende libri e francobolli su eBay, ma si è fatto 16 anni di carcere per il concorso nella strage di via Fani (partecipò nei mesi precedenti soltanto alla preparazione) e nell’omicidio del giudice Riccardo Palma, dove però non sparò.