(Articolo aggiornato l'8 gennaio alle ore 11.30)
"Aboliamo tutte le tasse universitarie" è la proposta lanciata dal presidente del Senato Pietro Grasso dal palco dell'assemblea nazionale di Liberi e uguali, dove ha specificato che la misura "costa 1,6 miliardi". Proposta subito bocciata dal ministro per lo sviluppo economico Carlo Calenda: "La proposta di Pietro Grasso sull'abolizione delle tasse universitarie per tutti si caratterizza come un supporto fondamentale alla parte più ricca del Paese". Lo ha detto alla trasmissione Circo Massimo. Sostenere i costi delle università con la fiscalità generale "è l'opposto di quello che immagino Liberi e uguali vuole fare, è una cosa 'trumpiana' non di sinistra", perché così anche i cittadini meno ricchi (che oggi sono di fatto esentati) pagherebbero le tasse anche per quelli più ricchi.
Le tasse universitarie, dunque, irrompono nella campagna elettorale e non si escludono nuove reazioni alla proposta del leader di Leu. Anche se la platea degli studenti che già gode dell'esenzione è nondimeno già pari a un terzo del totale, grazie al cosiddetto 'Student act' che con la legge di bilancio del 2017 ha incluso nella 'no tax area' un iscritto su tre, prevedendo l'esenzione totale per chi sia in possesso di determinati requisiti di reddito e di merito.
Dai dati Inps citati in un'inchiesta pubblicata il 4 dicembre del 2017 dal 'Sole 24 ore', risulta che al 21 novembre 2017 - a fronte di un milione e 600 mila iscritti all'università - sono state presentate oltre 543.000 dichiarazioni Isee (indicatore di reddito e patrimonio familiare) attestanti una posizione al di sotto dei 15.000 euro. La soglia per l'esenzione prevista dalla legge è in effetti 13.000 euro, ma molte università l'hanno elevata a 15.000 e alcuni atenei addirittura a 23.000 euro. Dopo il primo anno di studi universitari, per restare nella 'no tax area' bisogna aver acquisito un certo numero di crediti formativi e non superare il primo anno fuori corso.
Quanto è calata la retta con le nuove misure?
Secondo il 'Sole 24 ore', rispetto al 2016/17 il taglio delle tasse è stato rilevante: uno studente della Statale di Milano con Isee a 10mila euro ha visto la sua retta annua ridursi dai 500 euro del 2016 alla sola tassa regionale per il diritto allo studio, pari a 140 euro. Così alla Sapienza di Roma non si pagano più gli oltre 600 euro d'iscrizione a un corso scientifico ma semplicemente la tassa regionale. I benefici sono concessi anche fasce di Isee più alte, da 13 a 30.000 euro: la legge stabilisce infatti che il contributo annuale non può superare il 7% della quota Isee eccedente i 13.000 euro. Nel concreto, in caso di Isee di 15.000 euro si paga al massimo 140 euro, e per un Isee di 30.000 euro non si possono superare i 1.190 euro.