Così in Italia l'accoglienza diventa una lotteria

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I numeri dei richiedenti asilo

  • A marzo di quest’anno le persone arrivate via mare o via terra nel nostro Paese, e successivamente inserite nel sistema di accoglienza, erano 174.356. Un numero che rappresenta il 3,5% della popolazione straniera in Italia e lo 0,29% dell’intera popolazione. Un trend che si è mantenuto costante anche dopo gli sbarchi della scorsa estate.
  • 136.477 migranti, pari al 78% del totale, vivono nei 7.000 CAS (grandi alberghi, ex caserme, appartamenti, luoghi spesso isolati), sparsi in tutta Italia "con livelli e qualità di accoglienza fortemente disomogenei"
  • 13.302 vivono nei CARA
  • 895 hanno trovato posto nei centri hotspot.
  • Solo 23.682 persone invece sono affidate agli SPRAR che, "fuori da logiche emergenziali, garantiscono - in coordinamento con gli enti locali - un processo di accompagnamento e integrazione con corsi di italiano, inserimento nelle scuole, formazione professionale e orientamento al lavoro".

Un quadro assai disomogeneo

  • La definizione di un sistema di accoglienza equo e uniforme adatto alla portata dei flussi migratori e ai bisogni delle persone, nella maggior parte dei casi vulnerabili, superando la dicotomia CAS/SPRAR e adottando standard comuni e alti, che coniughino accoglienza (anche di breve/medio periodo) e integrazione
  • Una revisione delle strategie di governo dei flussi migratori, facilitando l’ingresso per lavoro, per ricongiungimento familiare, per studio e per richiesta di asilo
  • Politiche che prevedano canali sicuri e regolari per l’ingresso in Italia e nella UE. Un elemento essenziale volto a ridurre i tentativi di ingresso spontaneo, spesso molto pericolosi, da parte dei migranti, inclusi i rifugiati.
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