La notte tra il 7 e l’8 settembre, il quotidiano Libero è stato oggetto di un attacco informatico che ha reso il sito del giornale inaccessibile per diverse ore. Il blitz è stato rivendicato con un Tweet dall’utente @AnonPlus_Info, nome che nasconde in realtà un collettivo di hacker. Il Tweet fa riferimento alla frase “A me degli immigrati non me ne fo… un ca…”, pronunciata da Vittorio Feltri, direttore del quotidiano, ai microfoni della Zanzara pochi giorni fa.
AnonPlus_Info è uno e trino e chi si nasconda dietro questa identità non è dato saperlo. Xanax, AjejeBrazov, dark_ sono i tre hacker responsabili dell’attacco a Libero, ma non è possibile sapere sapere se ce ne siano addirittura altri. “Giornalista o insultatore?” mi chiede dark_ quando accedo al loro canale Irc, una chat nella quale è impossibile risalire alla vera identità degli utenti. Sono disponibili a confrontarsi e a spiegare le ragioni dietro la loro azione, che definiscono “politica”.
Le accuse di Libero: "Assassinato il sito, manomissione delinquenziale"
Libero accusa AnonPlus_Info di essere antidemocratico. "Il sito del giornale infatti è stato assassinato con le sue 60 milioni di pagine" ha scritto Vittorio Feltri in un editoriale dopo l'attacco subito dal sito che dirige. "Un organo di informazione non va mortificato al punto da non essere in grado di esprimersi causa una manomissione delinquenziale" ha aggiunto. "E che ciò avvenga con il tacito consenso dell'Albo e del sindacato costituisce un precedente di inaudita drammaticità". E poi ha concluso: "I cyberterroristi ce l' hanno col sottoscritto, personalmente. Sostengono che se a me non importa niente degli immigrati, a loro non importa nulla di me. Giusto. Ma se per loro conto zero come mai sparano su questo giornale?"
"Libero diffonde paura e false ideologie"
I tre hacker invece accusano il quotidiano di essere responsabile di “Diffondere paura e false ideologie”. Il riferimento è alla prima pagina del quotidiano uscita nelle edicole il 6 settembre, che titolava “Dopo la miseria portano le malattie", segnando un collegamento tra la presenza di migranti in Italia e la morte per malaria della piccola Sofia Zago. Assunzione che non trova alcun riscontro e che anzi, appare improbabile per i virologi. E così, se AnonPlus_Info non si assume la responsabilità pubblica delle sue azioni rivelando le proprie identità, Libero non si assume quella “delle boiate prezzolate che scrivono”, spiegano all’Agi i tre hacker.
Abbiamo posto loro alcune domande:
Qual è l'obiettivo dell'attacco?
<AjejeBrazov> L'obiettivo è quello di far capire a tutta questa bella e prezzolata gente che in Italia vi sono voci di dissenso ben oltre le loro. Ovviamente non possiamo arrogarci il rango di "parte sociale", considerato che in qualità di "criminali", come qualcuno definisce, le nostre azioni, non abbiamo voce in capitolo. In teoria. In pratica ci ritagliamo tutti gli spazi che vogliamo. Che piaccia o no.
<xanax> Criminali...
Un attacco informatico è a tutti gli effetti un reato però, questo rende la vostra azione un crimine al di là di ogni considerazione personale
<AjejeBrazov> Be ovvio, è evidente. Ciascuno si assume la responsabilità delle proprie azioni. Noi lo facciamo. I giornalisti di Libero si assumono la responsabilità delle boiate prezzolate che scrivono?
<xanax> Ognuno ha i suoi mezzi.
Feltri direbbe che, non esponendovi, non ve le assumete...
<xanax> Tipo “Vieni fuori, cretino”? (In riferimento alla prima pagina di Libero dopo l’attacco, ndr.) A noi ci arrestano, a loro no. Magari siamo seduti di là nella sua stanza e lui nemmeno lo sa.
<AjejeBrazov> Uhm gli risponderei: punti di vista.
<dark_> Li abbiamo invitati qui, nessuno si è presentato. E lo dicono anche su un loro articolo, che nonostante l'invito non sarebbero venuti.
Un recente studio evidenzia come Anonymous (e tutte le realtà a esso collegate) abbia assunto il ruolo di banditismo sociale per molte persone. Una sorta di 'Robin Hood' moderno che soddisfa il desiderio di rivalsa dei left behind, dei lasciati indietro.
<AjejeBrazov> Ottimo direi. E speriamo che dopo diventi: se non puoi combatterli unisciti a loro.
È così che vi vedete? Come dei Robin Hood?
<AjejeBrazov> Siamo gente tranquillissima, con vite normali lavoro eccetera.
E buone skills informatiche...
<AjejeBrazov> Beh, dare voce a chi non ce l'ha, ai "left behind", non mi pare sia una cosa criminale in sé. Il “Robin Hood” è solo un effetto di ritorno. Se la gente ci vede così, ben venga. Non sempre godiamo di popolarità. Non sempre le azioni vengono comprese appieno e/o approvate. Ciò non di meno si fanno ugualmente. Non è vanagloria che cerchiamo.
<xanax> In calzamaglia.
Il punto più controverso di questa ricerca è che chi è orientato a sostenere Anonymous sembra essere chi è incline alla delega, a demandare l'azione politica, anziché farsi portatore di un'azione partecipe.
<AjejeBrazov> Non proprio.
Ci spieghi
<AjejeBrazov> Nel collettivo anarchico ciascuno ci mette del proprio. Ovvio in base alle proprie skills.
Vi definite un collettivo anarchico?
<AjejeBrazov> Certo che si. Dalle origini.
Lo chiedo perché, data l'aleatorietà di Anonymous, non do nulla per scontato.
<AjejeBrazov> Certo, hai fatto bene a chiedere. Qui son pochi quelli inclini alla delega, a differenza di quanto accade nel nostro sistema politico, ove peraltro come ben saprai, dopo le barzellette in campagna elettorale, l'eletto di turno opera senza vincolo di mandato.
Ed è lì che si inserisce l'azione di Anonymous…
<AjejeBrazov> Ci proviamo.
<dark_> Sia ben chiaro: lo scopo finale è dare dignità e verità al popolo italiano. Nulla di personale.
Caso Steubenville, un hacker ha aiutato a denunciare una banda di stupratori. Voi avete compiuto un attacco informatico al sito di Libero Quotidiano, non è solo una provocazione questa?
<dark_> Questo è solo quello che vuoi e che ti fanno vedere, ma se ti documentassi meglio vedresti molti siti pedo sotto onion (Dark Web, ndr) scoperchiati e fatti chiudere. Siti militari e governativi defacciati (tecnica che prevede di sfigurare un sito web, generalmente inserendo commenti politici, ndr)
<AjejeBrazov> ^ Esatto, ha ragione dark_, ci sono gruppi specializzati nella lotta alla pedopornografia e vi sono anche psicologi che aiutano. Anon Anarchici anche loro.
<dark_> Ovvio che siamo un collettivo unico, uniti dallo stesso scopo.
Non dico che non ci siano, ma ha fatto bene a puntualizzarlo.
<dark_> Riteniamo di stare dalla parte della ragione, anche se usiamo metodi "poco leciti". E ce ne rendiamo conto. Ma è l'unico modo per far sentire la nostra voce e mettere al corrente il popolo di come i media stanno distruggendo l'informazione.
Avete nel vostro curriculum, pur usando metodi poco leciti, anche azioni meno dimostrative e che puntano a risultati più pratici?
<AjejeBrazov> No.
O nei vostri obiettivi se preferite...
<AjejeBrazov> Qua si fa tutto gratis et amore dei.
<dark_> Non siamo politici, non facciamo il tutto per visibilità. La nostra è giustizia sociale, o almeno la riteniamo tale. Rischiamo la nostra libertà ogni minuto, senza guadagnare nulla e senza che la nostra identità venga rilevata. Siamo anon e agiamo da anon.