Dopo lo sgombero degli eritrei da via Curtatone e poi da piazza Indipendenza si pone con forza la questione di dove sistemare quelle persone. L'idea del ministro Minniti è di utilizzare i beni confiscati alla criminalità organizzata. È questa, secondo quanto scrive Repubblica, una delle ipotesi più concrete allo studio per le linee guida sugli sgomberi degli edifici occupati di cui si discuterà lunedì al Viminale in una riunione con il ministro Minniti.
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Il racket degli edifici occupati
Secondo il Corriere della Sera e il Messaggero allo studio c'è l'ipotesi che il ministero dell'Interno proceda a far requisire edifici pubblici vuoti. Ipotesi che appare però - spiegano fonti del Viminale - non praticabile anche da un punti di vista giuridico. La Procura, intanto, ha aperto un fascicolo sulla vicenda 'subaffitto': le ricevute trovate durante lo sgombero farebbero pensare a una sorta di «racket» delle occupazioni. Non sarebbe la prima volta.
Si indaga sulla 'cupola' che gestisce il business degli alloggi illegali per rifugiati. E la procura punta il dito contro i movimenti per la casa che si insedierebbero negli stabili occupati e gestirebbero affitti paralleli.
Parla il poliziotto che disse "spezzategli un braccio"
Non si placa, intanto, la polemica per la violenza con cui le forze dell'ordine hanno sgomberato un centinaio di eritrei (molte donne e bambini) da piazza Indipendenza e, soprattutto, per le parole di un funzionario di polizia che ha detto: "se vi tirano qualcosa spezzategli un braccio". Ora su Repubblica l'uomo si difende: "Non dovevo neppure essere lì, ero libero da quel servizio, avevo terminato il mio turno, ma ho sentito dalla radio che i miei uomini in piazza Indipendenza erano in difficoltà e sono intervenuto - spiega -. Lo so, quella frase è infelice, presa da sola ha un sapore sinistro, ma bisogna contestualizzarla".
Il funzionario si sfoga con amici e colleghi e si difende: "Rispondevo a un agente che mi raccontava che lui e altri erano stati colpiti da sampietrini - si legge su Repubblica - mi ha chiesto: e se questi ci tirano addosso qualcosa? Allora gli ho risposto in quel modo, ma bisogna trovarsi nella mischia, in mezzo alla bolgia, esposti a rappresaglie imprevedibili. Bisogna viverli quei momenti per comprendere di cosa stiamo parlando".