Dopo 48 ore per i rifugiati sgomberati da via Curtatone non si trova una soluzione

cecilia scaldaferri
 Curtatone
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Palazzo vincolato dalla Sovrintendenza, sul quale la proprietà pagava tasse e bollette nonostante l’occupazione

Dall’occupazione al (mancato) sgombero, le tappe della vicenda

  • 12 ottobre 2013: l’immobile viene occupato da migranti e rifugiati
  • ottobre – dicembre 2013: la proprietà presenta denuncia alla procura della Repubblica, scrive alla Questura di Roma e alla Soprintendenza dei Beni Architettonici
  • 8 maggio 2014: Istanza di ordine pubblico
  • 12 settembre 2014: Lettera al Comando Provinciale dei vigili del fuoco, alla Asl di Roma, all’Arpa, al Comune di Roma, al III Municipio e alla Questura
  • 1 dicembre 2015: il Gip del Tribunale di Roma emette un decreto di sequestro preventivo dell’edificio ex art. 321 codice procedura penale, in relazione al reato di occupazione abusiva. Il provvedimento, che comporta lo sgombero dell’immobile, non è ancora stato eseguito
  • Gennaio-febbraio 2016: presentati due solleciti formali per l’esecuzione dello sgombero
  • 31 marzo 2016: l’allora ministro dell’Interno, Angelino Alfano, alla Camera annuncia che si procederà il prima possibile con l'operazione di sgombero del palazzo
  • 12 aprile 2016: figura nella delibera del Commissario straordinario di Roma, Francesco Paolo Tronca, tra gli obiettivi primari di sgombero.
  • 19 agosto 2017: sgomebro effettuato dalla questura in ottemperenza ale nuove misure di sicurezza dopo l'attentato di Barcellona.
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