Si definisce "consulente per il web e social marketing di piccole/micro imprese e professionisti, appassionato per l'innovazione digitale" Maurizio Diotallevi, l'uomo che ha confessato di aver fatto a pezzi la sorella con cui conviveva per poi tagliarne a pezzi il corpo e tentare di nasconderlo in un cassonetto di viale Maresciallo Pilsudsky, non distante da via Guido Reni, dove l'assassino e la vittima risiedevano. I Parioli, la 'zona bene' di Roma per antonomiasia. E, quindi, anche una tra le più controllate.
Romano, 62 anni, Diotallevi era in effetti attivissimo sui social network: profili su facebook, twitter, google+, linkedIn, e un sito-blog, Emmedicom, dove offriva appunto i suoi servigi da free lance come consulente esterno per le imprese, "con progetti di marketing digitale che sono flessibili nel tempo e nei contenuti". Studi a Scienze Politiche, una frequenza alla Ecole Europeenne Uccle di Bruxelles, Diotallevi è divorziato, e viveva da anni con la sorella. In passato, stando al suo profilo linkedIn, era stato funzionario commerciale di Bt Italia, team manager di Poste Mobile, consulente commerciale di Vodafone. Per poi dedicarsi all'attività di free lance. Con scarsi risultati, evidentemente, se era costretto a condividere l'appartamento di famiglia con la sorella, nubile, subaffittando talvolta una stanza a studenti.
Ora l'ultimo post visibile sul suo profilo Facebook privato, la gif di un tenero gattino, sta venendo bersagliato nei commenti da insulti e minacce di morte.
La dinamica dell'omicidio
Diotallevi ha usato per la mattanza una pesante arma da taglio, forse un'ascia per legna, per smembrare il corpo di sua sorella Nicoletta, 59 anni, nubile, gettarne i pezzi in più cassonetti e sperare così di farne sparire ogni traccia. A tradirlo sono state le telecamere di videosorveglianza della zona dove aveva gettato, legandole con nastro da pacchi, le due gambe della vittima, sezionate all'altezza dell'inguine. Le telecamere avevano ripreso una figura umana e il suo automezzo, immagini che hanno consentito alla Polizia di risolvere in fretta questo 'giallo di Ferragosto'.
Diotallevi è ora in carcere, in stato di fermo. All'origine del delitto forse motivi di interesse, motivi familiari. Si attende l'interrogatorio di convalida davanti al Gip nei prossimi giorni.
Un macabro ritrovamento
A innescare le indagini è stato il casuale ritrovamento delle gambe della vittima avvolte in un pacco che una giovane rom, mentre rovistava nel cassonetto, si è ritrovata sotto gli occhi, dopo aver rotto l'involucro. La ragazza ha dato l'allarme e sul posto sono intervenuti gli investigatori della Squadra mobile della Questura di Roma. Si è partiti dalle immagini fissate dalle telecamere, quindi sono state prese in esame le più immediate denunce di scomparsa in ordine di tempo, tra le quali emergeva quella di una donna di cui non si avevano notizie da lunedì 14: Nicoletta Diotallevi.
Recatisi nell'abitazione della donna, gli investigatori hanno trovato il fratello, apparso subito esitante sulla ricostruzione dei fatti. L'uomo è stato quindi trasferito in Questura dove, sottoposto a interrogatorio, ha ammesso di essere l'autore dell'omicidio - avvenuto lo stesso lunedì 14 - e del tentativo di occultamento del cadavere, 'distribuito' in più cassonetti, confidando nel fatto che la raccolta dei rifiuti ad opera di più camion compattatori del servizio Ama avrebbe completato l'opera. Ma le immagini delle telecamere hanno mandato a monte il piano, forse improvvisato. Già ieri sera e per tutta la notte i poliziotti avevano proceduto ad una ricerca sistematica in tutti i cassonetti della zona più prossimi a quello dove erano state abbandonate le gambe. La ricerca non aveva però dato risultati. Ci ha pensato poi lo stesso omicida a indirizzare i poliziotti verso i cassonetti di via Guido Reni, dove è stato rinvenuto il resto del corpo.
Il legale: "Nessun movente economico"
Ad assumere la difesa dell'uomo è stato chiamato l'avvocato Gaetano Scalise. Contattato dall'AGI, il legale - di ritorno a Roma per l'interrogatorio di garanzia, previsto fra giovedì e venerdì - ha escluso il movente economico: "A quel che ne so, in tutti questi anni i due non hanno mai avuto problemi finanziari né questioni di eredita'". Quindi può esserci stato un problema di relazioni interpersonali tra fratello e sorella, entrambi non sposati e che coabitavano? "Questo è da verificare, da capire... Aspettiamo l'interrogatorio di garanzia". A contattare l'avvocato Scalise, che era in ferie, per chiedergli di assumere l'incarico di difensore è stato un parente di Diotallevi, che gli ha fatto un breve resoconto dell'accaduto.