Sono ancore ignote le ragioni che hanno scatenato il fuggi fuggi da piazza San Carlo a Torino, durante la trasmissione della finale di Champions League, che ha causato oltre 1.500 feriti. Il sindaco di Torino, Chiara Appendino, riferendo in Consiglio Comunale sui fatti di sabato sera, non aggiunge nuovi elementi a quanto appare ancora un rebus ma è costretta a difendersi dalle accuse di aver sottovalutato i problemi di sicurezza posti dalla manifestazione e, in particolare, di non aver emanato un'ordinanza antivetro. Sono infatti dovute ai cocci le ferite riportate dalla maggior parte delle persone coinvolte nella calca. Già la sera precedente, su Facebook, Appendino aveva messo le mani avanti, spiegando che l'organizzazione dell'evento era stata affidata alla stessa società, la Turismo Torino, che aveva allestito il maxischermo per la finale di Champions del 6 luglio 2015, ovvero quando la città era guidata da Piero Fassino.
"La ragione resta ancora ignota"
"I fatti di piazza San Carlo di sabato sera ci hanno profondamente colpito, non solamente perché un momento di festa si è trasformato in terrore e sofferenza, ma perché la ragione, che in un primo momento era stata ricondotta a degli atti scellerati di pochi incoscienti perpetrati in un clima di incertezza globale, ora resta ancora ignota", ha dichiarato Appendino in Consiglio Comunale, "il tutto, inoltre, condizionato da un clima di crescente paura generata dall'11 settembre in avanti e soprattutto dopo i fatti delle più vicine Parigi, Nizza, Berlino e Londra, solo per citarne alcuni". La sindaca ha poi rivolto un pensiero "alle persone ferite e ai loro familiari e a tutti coloro che hanno vissuto momenti di paura e panico temendo per se' stessi e i loro cari"".
"Nessuna ordinanza antivetro? Come in passato"
"L'evento ha seguito una prassi di atti amministrativi e di supporto organizzativo ormai consolidata", ha proseguito, "va precisato poi che anche in eventi recenti, che hanno visto un numero similare di persone, non sono stati adottati ulteriori provvedimenti di limitazione alla vendita di alimenti o bevande in vetro o lattine, anche alla luce della sanzionabilità della vendita abusiva comunque prevista dalle norme vigenti". Appendino ha poi ricordato, riferendo la relazione del Comandante dei Vigili urbani, che "in previsione della proiezione della finale della Coppa Campioni del 3 giugno la Polizia Municipale aveva previsto la presenza di 106 unità per il controllo della zona del centro e di 20 unità per il controllo della zona del Parco Dora, con compiti di viabilità e di polizia annonaria". Per quanto attiene il Parco Dora non sono emerse criticità. Nella zona centrale il controllo relativo all'abusivismo "è stato attuato con le modalità già collaudate in eventi analoghi, in particolare in occasione della proiezione della finale di coppa del 2015. In dettaglio, compito del personale era il controllo preventivo sulla eventuale presenza di furgoni attrezzati per la vendita di alimenti e bevande".
La sindaca promette guerra ai venditori abusivi
"Non possiamo cedere alla paura, non possiamo farci vincere da questo nervosismo diffuso grazie al terrore che ha visto tanti luoghi teatro di fatti tragici, ma tutto questo si deve coniugare con azioni che, seppur auspicate da molto tempo, non sono al momento state attuate", ha proseguito, "mi riferisco in particolare alla cospicua presenza di venditori abusivi di bevande in contenitori di vetro e metallo, anche all'interno dell'area delimitata, nonostante i controlli e le sanzioni elevate, piaga ormai endemica dei grandi eventi organizzati in questa e in altre città". Per Appendino "questo grave problema può essere efficacemente affrontato solo grazie ad ulteriori azioni di prevenzione e repressione che devono necessariamente essere condivise da tutte le forze dell'ordine. Solo in questo modo pensiamo che il fenomeno possa essere definitivamente arginato. In tal senso si sta valutando l'ipotesi di autorizzare in sede di Comitato Provinciale per la Sicurezza tutte quelle manifestazioni di piazza che per le loro caratteristiche possono costituire un luogo nel quale potenzialmente possa generarsi un pericolo per la sicurezza e dunque in quella sede valutare eventuali prescrizioni aggiuntive necessarie".