Portare la percentuale di rifiuti trattati dagli impianti Ama dal 20,4% al 29,4% entro il 2021, col 70% che rimarrebbe quindi in mano ai privati. E poi realizzare un impianto di selezione del multimateriale con una capacità massima di 80 mila tonnellate annue e uno per la frazione organica dei rifiuti solidi da 100 mila tonnellate. La prima struttura da costruire in un sito già di proprietà Ama da riconvertire, la seconda in una località da individuare assieme ai Municipi. Sono alcuni degli obiettivi del piano industriale 2017-2021 dell'Ama , la municipalizzata dei rifiuti del Campidoglio, redatto il 4 maggio scorso dall'azienda, che ha appena assistito un cambio della guardia al vertice con la nomina a presidente e ad di Lorenzo Bagnacani, già numero uno dell'Amiat, la municipalizzata dei rifiuti torinese. Un compito delicatissimo quello che del tecnico emiliano, alle prese con un'emergenza fonte, in questi giorni, di dure polemiche politiche.
Basta rifiuti all'estero
Il documento ipotizza anche la "cessazione del conferimento flussi a impianti esteri". Attualmente una parte dell'indifferenziato viene smaltita in Austria e Portogallo. Quanto ai Tmb (impianti per il Trattamento meccanico-biologico), ad oggi sono quattro quelli che smaltiscono la maggior parte delle 2.600 tonnellate giornaliere di rifiuti indifferenziati prodotti nella Capitale: due di proprietà di Ama (Salario e Rocca Cencia) e due (Malagrotta) del Colari di Manlio Cerroni. Nel documento varato dalla municipalizzata si parla di "trasformazione di quello di Salario in area manutentiva da destinare a Terzi".
Meno cassonetti in strada
Puntando sull'aumento del porta a porta, il piano stima una diminuzione del parco cassonetti dagli attuali 53.400 a 36.700 entro il 2021. Un obiettivo che prevede la dismissione di quelli con età tra 9 e 19 anni (ormai usurati) e la fornitura di 19 mila nuovi pezzi. A parziale sostituzione, il documento ipotizza la costruzione di 1.000 Domus Ecologiche a partire dal prossimo anno che serviranno 200 mila cittadini. Le domus sono uno strumento pensato per introdurre in via sperimentale una tariffazione puntuale a seconda del reale quantitativo di rifiuti prodotti dai singoli cittadini tramite una card elettronica personalizzata per l'accesso e il conferimento. Il documento ipotizza anche la dismissione del "Centro Carni" nel 2021, in via prudenziale, al valore attuale pari a 137,7 milioni di euro e di altri 14 immobili, a partire dal 2018, in via prudenziale, al valore di 8,6 milioni.
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