Dopo 500 anni torna a preoccupare la caldera dei Campi Flegrei, 100 chilometri quadrati in un’area fortemente urbanizzata a Nord Ovest di Napoli. Un'eruzione potrebbe essere più vicina del previsto. Almeno secondo quanto scrive Lescienze.it, citando un modello elaborato da ricercatori dell'Osservatorio Vesuviano dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia di Napoli e dell'University College di Londra che scrivono che l'area "sta entrando in una fase critica nella quale i fenomeni di sollevamento del suolo e di sismicità locale potrebbero diventare più intensi".
I dati scientifici destano preoccupazione
"La caldera dei Campi Flegrei è più vicina all’eruzione rispetto a quanto si pensi". Così si apre, come scrive La Stampa, il comunicato dello University College di Londra per presentare la ricerca che ha portato Christopher Kilburn, Giuseppe De Natale e Stefano Carlino a queste conclusioni come illustrata in un articolo pubblicato su “Nature Communications". L'allarme è concreto e lo stesso relatore della ricerca, Christophel Kilburn del Dipartimento scienze della terra spiega che "le autorità devono essere preparate a un’eventuale eruzione".
Caldera dei Campi Flegrei più grande del Vesuvio
La caldera dei Campi Flegrei è un enorme vulcano, più grande del Vesuvio e con diversi crateri che in epoche preistoriche sono eruttati con una violenza tale da modificare il clima a livello mondiale. Da alcuni anni nell'area compresa tra Pozzuoli, Bacoli e Napoli ovest, il bradisismo è tornato in una fase di sollevazione del suolo nell'area. Una situazione, confermata ora dal modello scientifico della ricerca italo-inglese, nulla di imminente. Ma è bene tenere alta la guardia, visto che già dal 2012 la Protezione Civile ha alzato il livello di allerta da "verde" a "giallo", tenendo anche conto che i supervulcani sono un piccolo ma terribile gruppo di bombe a orologeria.