Italia e Germania insieme per un’operazione antiterrorismo che si è conclusa con l’arresto di due persone appartenenti ad una cellula salafita.
Chi sono i due presunti terroristi
A Brindisi è finito in manette Nkanga Lutumba, un cittadino congolese di 27 anni residente in Germania che si trovava nel Centro Permanenza per Rifugiati di Restinco, nel Brindisino. Lutumba è stato arrestato all'inizio di gennaio e si trova attualmente detenuto in un carcere italiano.
L’altro, il 22enne marocchino Amri Soufiane è stato prima espulso dal territorio italiano e poi arrestato in Germania. L'espulsione è avvenuta a fine dicembre quando ad Ancona i due sono stati fermti dalla Polizia, per questo torno in Germania. Mentre Lutumba, essendo privo del permesso di soggiorno perché scaduto, è stato trasferito nel Centro di identificazione ed espulsione alle porte di Brindisi. Dalle indagini è emerso anche che Soufiane è stato in contatto con Anis Amri, il tunisino autore dell’attentato al mercatino di Natale di Berlino il 19 dicembre 2016.
I poliziotti hanno accertato la totale adesione dei due arrestati all’ideologia dello Stato Islamico. Le indagini hanno fatto venire alla luce il loro percorso di radicalizzazione religiosa e la disponibilità al compimento di atti violenti, anche con il sacrificio personale, in diversi scenari operativi.
Le prime ricostruzioni
I due sono partiti da Berlino, via Monaco, ed entrati in Italia il 2 dicembre 2016, giungendo a Roma il giorno successivo, dove hanno soggiornato presso un B&B in zona centrale. Successivamente, con mezzi diversi e utilizzando false generalità, si sono spostati ad Ancona il 4 dicembre con l'intenzione di imbarcarsi per Patrasso in Grecia e poi, verosimilmente, dirigersi verso Instanbul, ove si sarebbero dovuti ricongiungere ad un altro gruppo di militanti.
La permanenza in Italia
Duranteil loro passaggio in Italia, Nkanga Lutumba e Amri Soufiane hanno evitato di lasciare tracce facendo estrema attenzione nell'utilizzo dei telefonini e scegliendo di dormire ogni giorno posti diversi e utilizzando nomi diversi. Uno sciopero dei collegamenti marittimi greci li ha però costretti a fermarsi ad Ancona dove sono stati sottoposti a controlli di Polizia. Nell'occasione è anche emersa una segnalazione delle autorità tedesche che descriveva Amri Soufiane come potenzialmente pericoloso e al quale doveva essere ritirato il passaporto. Sono quindi proseguite le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia ed Antiterrorismo di Lecce, che ha portato a risalire a 11 componenti della "cellula salafita" di cui facevano parte i due stranieri intercettati in Italia.
La cellula salafita tra Roma e Berlino
L’operazione, denominata “Transito silente”, ha permesso tra l’altro di individuare e neutralizzare la cellula salafita composta da 11 membri che operava tra Roma e Berlino. In particolare si trattava di un gruppo estremamente variegato formato da militanti tutti residenti in Germania, di età compresa fra i venti ed i trenta anni, con identici percorsi di radicalizzazione. Il 19 gennaio scorso tutti i membri del gruppo sono stati deferiti alla DDA di Lecce per il reato di "associazione con finalità di terrorismo internazionale".