Annamaria Berenzi insegna matematica in un ospedale di Brescia ai ragazzi malati di tumore: bastava questo a fare di lei una delle docenti migliori d’Italia, ma venerdì è arrivata la conferma. Selezionata dal Miur tra oltre 11mila candidati, Berenzi è la vincitrice della prima edizione dell’Italian Teacher Prize, nato da un gemellato con il Global Teacher Prize di Dubai. A lei andrà un premio pari a 50.000 euro.
A candidarla un’ex alunna che ha anche proclamato la vittoria: “Ringrazio Alessia per la sua tenacia e la sua determinazione. E’ lei che ha presentato la mia candidatura, lei che voleva farmi vincere a tutti i costi, ha detto commossa la professoressa.
Matematica per dimenticare la malattia, chi è la prof. Berenzi
Cinquantuno anni, Annamaria Berenzi ha chiesto il trasferimento agli Spedali Civili di Brescia otto anni fa. E lì, insieme ai ragazzi dei reparti di Oncoematologia pediatrica e di Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza, ha capito che la matematica sarebbe diventata la sua ricetta per “aiutare i ragazzi a dimenticare la loro malattia”.
La gratifica più grande della professoressa non ha nulla a che fare né con un calcolo corretto né con un bel voto: “Quando durante una lezione in una stanza di degenza lo studente non si accorge di quanto tempo è passato, riesce ad allontanarsi dal suo io malato, si sente "bene" ... solo allora un docente può sentirsi soddisfatto”, ha spiegato Berenzi in un'intervista al sito internet Vita che racconta la sua storia.Quelle aule sono “una scuola d'emergenza, in cui fare lezione,significa ricordarsi che la malattia non ti sta togliendo tutto, che esiste una parte della tua vita che non viene risucchiata da degenza, terapie e isolamento”.
Il dolore, il terzo incomodo delle lezioni individuali
Le sue sono lezioni individuali, lavora in uno stato di emergenza e seduto dietro il banco si ritrova un alunno spesso alterato psicologicamente e fisicamente dalla malattia, tuttavia, assicura Berenzi, “il rapporto che si crea è bellissimo”. L’empatia è la voce migliore del suo Curriculum Vitae:
“Quando non sentirò più il dolore dell’altro sarà il momento di cambiare mestiere, perché non puoi essere utile a nessuno se non senti il suo dolore; dall'altra parte naturalmente cerco di tutelarmi, di sentire ma anche di essere alla giusta distanza”.
“Insegnare ai malati? Sono una privilegiata”
Meno di dieci anni fa Annamaria Berenzi non riusciva a immaginare di poter gestire una situazione così difficile: “La paura di non reggere il carico emotivo era forte, ma con il tempo ho imparato che i nostri studenti degenti, affrontando con tanto coraggio e dignità prove durissime, ci insegnano a non voltare la faccia di fronte alla fatica e al dolore, e ora non lascerei più il mio ruolo in ospedale. Mi ritengo una privilegiata ad essere dove mi trovo” .
Con soldi che ha ricevuto, la professoressa - spiega ancora a Vita - sogna di realizzare un progetto: "In viaggio per guarire", una sorta di campagna di responsabilizzazione con tappe in diverse scuole d'Italia che coinvolga i suoi studenti (sia quelli attualmente in cura che quelli già guariti) come testimonial.
I numeri dell'insegnamento in ospedale
Trenta anni fa fu introdotto in Italia il servizio di Scuola in Ospedale e Istruzione Domiciliare. Oggi si contano:
- 167 sezioni ospedaliere
- 765 docenti
- 62.204 pazienti/studenti ne hanno usufruito lo scorso anno
- 4.400 quelli della scuola secondaria di II grado
Gli 4 altri docenti più bravi d’Italia
Berenzi non è l’unica ad aver ottenuto il riconoscimento. Dopo di lei il ministro dell'Istruzione Valeria Fedeli ha premiato anche:
- Daniela Ferrarello, insegnante di matematica nella sede carceraria dell’Istituto alberghiero Karol Wojtyla di Catania
- Consolata Maria Franco, insegnante di italiano nel carcere minorile di Nisida, Napoli
- Dario Gasparo, professore scienze in un Istituto comprensivo Valmaura di Trieste
- Antonio Silvagni, docente di latino e materie letterarie in un istituto superiore di Arzignano (VI)
Tutti hanno ricevuto un premio di 30mila euro.