Roma - La terra trema ancopra, anzi non ha mai smesso di tremare e non dà tregua nemmeno a Natale. una serie di scosse sono state registrate dall'Ingv nell'Appennino centrale nel corso della notte tra il 24 e il 25 dicembre.
Ecco una mappa delle più forti
- Poco dopo le due nel Maceratese, con magnitudo 2.8 e profondità 8 km, epicentro l'area di Fiordimonte, Fiastra, Acquacanina, Pieve Torina, Ussita, Visso,
- Intorno ale 4 nella provincia di ascoli Piceno, magnitudo 2.9 a una profondita' di 11 km, epicentro Arquata del Tronto, ma anche Norcia (Perugia).
- Poco prima delle 10 magnitudo 3.2 e profondità 9 km nel Maceratese, epicentro ancora l'area di Fiordimonte, Pieve Torina, Visso e Ussita.
Il 24 dicembre, a quattro mesi esatti trascorsi dal terremoto del 24 agosto scorso tra Rieti ed Ascoli Piceno, l'Ingv ha fatto un bilancio complessivo:
- 40.500 scosse
- 880 terremoti di magnitudo compresa tra 3 e 4
- 50 di magnitudo compresa tra 4 e 5
- Cinque quelli di magnitudo maggiore o uguale a 5.0.
In questi quattro mesi, i terremoti più forti sono stati:
- 24 agosto - magnitudo 6.0, a una profondità di 8 km ed epicentro il Reatino, colpendo l'area di Amatrice ed Accumoli ed estendendosi all'area di Ascoli Piceno, in particolare ad Arquata del Tronto,
- 24 agosto, ore 4,33 - magnitudo 5.4, epicentro la provincia di Perugia;
- 26 ottobre
- ore 19,10 - magnitudo 5,4, epicentro nel Maceratese
- ore 21,18 - magnitudo 5.9, epicentro nel Maceratese
- 30 ottobre, ore 7,40 - magnitudo 6.5, epicentro l'area di Perugia.
Questo andamento, in realtà, viene considerato un colpo di fortuna. "Se l'energia che è stata rilasciata da tre grandi scosse e da uno sciame durato due mesi si fosse sprigionata in un colpo solo, avremmo probabilmente raggiunto una magnitudo 7" ha spiegato Paolo Messina, direttore dell'Istituto di Geologia ambientale del Cnr, a Repubblica.it. La scossa, cioè, sarebbe stata quasi 6 volte più forte del terremoto di ieri e quasi 30 volte più potente del sisma del 26 ottobre.
Quando l'escalation si fermerà, nessuno però è in grado di dirlo. "A un certo punto perderà energia e incontrerà una faglia che non è più disposta a farsi attivare" spiega Valensise. "Ma per bene che vada, ci aspetta comunque un periodo di sciame". Per fare previsioni occorrerebbe sapere esattamente come sono disposte le fratture del terreno nel sottosuolo. E conoscere quanto la rotazione degli Appennini in senso anti-orario stia stirando - caricandoli di energia - i vari pezzi del domino di faglie sotterranee in cui è spezzettata questa zona dell'Italia centrale.
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