Roma - Oltre 16.000 migranti e rifugiati sono "intrappolati in Grecia e costretti a vivere in condizioni degradanti a causa dell'accordo Ue-Turchia" e "rischiano la propria vita con l'arrivo dell'inverno e del freddo". è l'allarme lanciato da 31 organizzazioni umanitarie impegnate in Grecia, tra cui Oxfam, Save the Children, Amnesty International, Human Rights Watch e International Rescue Committee, che in vista del Consiglio europeo di Bruxelles rivolgono "un appello urgente ai leader europei per un'azione immediata in grado di affrontare l'emergenza", e a "non concludere con i governi africani accordi simili a quello con la Turchia".
Bloccati in condizioni disumane
In una dichiarazione congiunta, le ong affermano che "molti degli oltre 16 mila uomini, donne e bambini bloccati sulle isole continuano a vivere in condizioni disumane e di sovraffollamento tra Lesbo, Chios, Samos, Leros e Kos, in campi e strutture attrezzate per accoglierne appena 7.450: a loro - si legge - viene di fatto impedito di trasferirsi sulla terraferma per la paura di non poterli facilmente riportare in Turchia, secondo l'accordo siglato a marzo".Secondo le 31 organizzazioni, "i campi in cui sono trattenuti sono del tutto inadeguati per una dignitosa accoglienza di lunga durata, specialmente in inverno. Molti, inclusi bambini e neonati, attualmente vivono nelle tende al freddo e al gelo o addirittura sulle spiagge, dove è impossibile ripararsi dall'umidità e dalle piogge che si fanno più intense". Le tre priorità indicate sono il trasferimento delle persone dalle isole alla terraferma, l'accesso dei richiedenti asilo al ricongiungimento familiare, la ricollocazione e lo status di rifugiato, infine garanzie sul diritto alla protezione e a una procedura di richiesta d'asilo efficiente.
Due morti a Lesbo
Soltanto tre settimane fa nell'hotspot di Moria a Lesbo (le foto su Repubblica) "nonna e nipotino di sei anni hanno perso la vita in un incendio mentre si preparavano da mangiare dentro una tenda; un'intera famiglia si è dovuta trovare da sè una stufa, rimanendo gravemente intossicata per aver respirato monossido di carbonio". Inoltre, "molti rifugiati e migranti, inclusi bambini e ragazzi, vengono arrestati ancor prima di poter fare richiesta d'asilo, in totale violazione dei loro diritti; tantissime famiglie vengono divise e solo in sporadici casi viene garantito il ricongiungimento; le procedure di richiesta d'asilo sono lente e ingiustificatamente complicate. Il tutto all'interno di un processo di ricollocamento lento e che esclude molte persone".
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Elisa Bacciotti, direttrice delle campagne di Oxfam Italia,sottolinea: "La situazione vergognosa in cui migliaia di persone sono costrette a vivere in Grecia mostra che l'Unione Europea sta totalmente sbagliando il proprio approccio al tema dell'accoglienza dei rifugiati. Per affrontare l'emergenza - rileva Biacciotti - è necessario sostenere la risposta di paesi in prima linea come Grecia e Italia, e soprattutto intervenire per garantire un'accoglienza dignitosa agli uomini, donne e bambini in fuga da guerra e persecuzioni".
E per Iverna McGowan, direttrice dell'ufficio di Amnesty International presso le istituzioni europe, "l'accordo tra Turchia e Unione europea rappresenta un palese fallimento nei confronti di persone arrivate in Europa in cerca di asilo". La crisi dei migranti bloccati in Grecia "può essere risolta", sostiene Imogen Sudbery, capo dell'ufficio di Bruxelles dell'International Rescue Committee, perché "i leader europei hanno molti strumenti a loro disposizione, a partire dal ricollocamento e dal ricongiungimento con parenti che già si trovano in altri paesi europei. C'è da chiedersi però - conclude Sudbery - se i governi Ue abbiano davvero il senso di solidarietà e la volontà comune di far funzionare questi strumenti".