dall'inviato Vincenzo Castellano
Ussita (Macerata) - E' appena arrivata l'alba e vedere quella ferita nel terreno e sull'asfalto mette inquietudine, fa capire quale e quanta sia stata la forza, l'energia, che la terra ha tirato fuori e portato in superficie. E' la faglia del terremoto di mercoledì sera nell'Appennino umbro-marchigiano, nella zona che si inerpica da Ussita. Il cronista dell'Agi è stato il primo ad arrivarci tra gli operatori dell'informazione. Quella ferita è come un serpente che taglia trasversalmente un tratto di strada, un centinaio di metri o poco meno.
Se vieni da Ussita il punto di partenza ha già una profondità di qualche centimetro, al contrario - dalla montagna - è invece una linea molto sottile, quasi impercettibile, ma che poi si fa strada, si allarga, e nel punto più importante fa capire cosa sia stato quel terremoto. La frattura nel terreno, al centro della sede stradale, mostra infatti uno scalino di diversi centimetri, quasi venti centimetri. E' quello il punto chiave della faglia in superficie in questa zona. Tutt'intorno massi piovuti dalla montagna, scagliati a distanza in seguito allo scuotimento venuto dalle profondità, neanche tante, della terra. La luce del giorno mette in evidenza gli effetti del sisma. Numerose le abitazioni dei borghi intorno al nucleo centrale di Ussita che sono state danneggiate, diverse sono crollate. Una torre mostra evidenti le fratture a due lati, nella parte centrale.
Numerosi edifici danneggiati anche a Visso, la luce del giorno mostra quello che si temeva: buona parte del patrimonio edilizio ha risentito del sisma. Cominciano le verifiche sull'agibilità delle case. I vigili del fuoco accompagnano abitanti di Visso, Ussita e Castel Sant'Angelo sul Nera a recuperare quel che possibile di effetti personali. (AGI)