di Andrea Cauti
Roma - "La nuova emergenza, il fenomeno che sta prendendo sempre più piede sul web, è la cosiddetta pedopornografia soft, quella degli utenti che guardano, si scambiano foto e tutto ciò che riguarda i bambini": lo spiega all'Agi Don Fortunato Di Noto, fondatore dell'associazione antipedofilia Meter che da 20 anni combatte il fenomeno diffuso sul web, denunciando singoli e associazioni di maniaci e, spesso, fornendo informazioni utili alle forze dell'ordine per farli arrestare. La sua azione è stata così efficace negli anni che nel 1997 il Parlamento italiano ha introdotto il reato di pedofilia (nel 2006 è stato introdotto il reato di diffusione di materiale pedopornografico via Internet).
Pedofilia, in Italia è reato da 20 anni
"Con la diffusione dei social network - dice Don Di Noto - si sta diffondendo il fenomeno del 'sexting', ossia di minori che mettono in rete proprie foto. Quando poi queste finiscono in mano a pedofili che si fingono amici o coetanei, si assiste spesso a ricatti sessuali". Il prete antipedofilia è alla Festa del Cinema di Roma per un dibattito successivo alla proiezione del corto 'Coco' di Veronica Succi, spin-off del lungometraggio 'Parvus' che sarà girato a settembre 2017 e che affronterà proprio questo tema (tra i protagonisti ci saranno, come nel corto, l'attrice trans di Almodovar, Antonia San Juan e Federico Rosati).
Dai dati dell'associazione Meter risulta che dal 2014 al 2015 il numero di segnalazioni di pedofili operanti sui social è aumentata del 1000%, segno evidente di una nuova 'tendenza'. "I social sono diventati i canali privilegiati per i pedofili - spiega don Di Noto - e non solo per il materiale fornito dal 'sexting', ma anche perché molti genitori sono così ingenui da postare essi stessi foto dei figli piccoli che diventano oggetto di attenzione da parte dei pedosoft". La battaglia per smascherare i malintenzionati, spiega ancora don Fortunato, viene combattuta insieme agli stessi gestori dei social. "Facebook è attentissimo al problema e alle nostre segnalazioni, mentre abbiamo qualche problema con i server stranieri che non sempre autorizzano l'identificazione dei propri clienti".
Pedopornografia, la lotta senza quartiere di Meter
Un mese fa don Di Noto è stato al centro di una polemica perché la sua associazione Meter era stata esclusa dall'Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pedopornografia, polemica subito rientrata quando il ministro delle Pari Opportunità, Maria Elena Boschi, aveva provveduto a riparare alla 'dimenticanza'. E ora quell'Osservatorio sta per produrre i primi frutti. "Sarà pubblicato un documento di 50 pagine in cui saranno indicati gli impegni concreti per i prossimi due anni nella lotta alla pedofilia anche insieme all'Europa - spiega don Di Noto -. Inoltre sarà creato un database con informazioni su chi ha commesso questi reati, su detenuti, processi, vittime, siti web, social con lo scopo di incrociare i dati con quelli degli altri Stati mondiali e creare una massiccia rete antipedofilia". (AGI)