Roma - L'Esselunga si può anche vendere ma mai alle Coop. Lo ha lasciato scritto nel suo testamento il fondatore Bernardo Caprotti. L'impero, che ha un fatturato di 7,3 miliardi, nelle 15 pagine delle ultime volontà, dunque viene affidato per il 70% alla moglie Giuliana Albera e alla figlia Marina Sylvia. E il restante 30% diviso in parti ugualiagli altri due figli, Violetta e Guiseppe.
Caprotti storico avversario delle Coop spiega nel suo testamento: "L'azienda è diventata attrattiva però è a rischio. E' troppo pesante condurla, pesantissimo possederla. Attenzione: privata, italiana, soggetta ad attacchi può diventare coop". Quindi una chiara indicazione su come gestire la vendita. Inoltre il patron di Esselunga ripercorre le motivazioni che lo hanno spinto a scegliere questa composizione azionaria rispetto a quella individuata nel 2012 con la guida affidata a Giuseppe e Violetta, ora diventati soci di minoranza. (AGI)