Amatrice - E' passato un mese da quella terribile notte del 24 agosto quando, alle 3 e 36 del mattino, il mondo si e' fermato ad Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto. La ferita aperta dal terremoto e' viva e fa male a quanti, dopo 30 giorni, sono ancora alloggiati presso le tendopoli allestite dalla Protezione Civile.Ancora per poco, almeno ad Amatrice, il paese-simbolo del sisma, dove il sindaco Sergio Pirozzi ha ordinato lo sgombero degli 11 campi disseminati lungo il territorio comunale. Uno "sgombero dolce", senza forzature. Ma comunque rapido, dal momento che proprio sulle aree dove sorgono le tendopoli dovranno essere realizzati i nuovi moduli abitativi della "soluzione-ponte", che da qui alla prossima primavera consentira' ai cittadini dei territori colpiti dal terremoto di avere di nuovo un tetto sopra la testa. Seppur provvisorio. Perché molto piu' lunghe saranno invece le operazioni di ricostruzione, quella vera. Lo ha ribadito anche stamattina Matteo Renzi: "I paesi colpiti dal terremoto saranno ricostruiti, e meglio di prima". Dice il premier da Prato: "Duecentotrettotto persone salvate, ma da presidente del Consiglio vi dico che non basta essere bravi nell'emergenza. Dobbiamo prendere un impegno e non piangere tutte le volte il giorno dopo".
Al lavoro sul campo, su investitura dello stesso premier, c'e' il commissario straordinario Vasco Errani, che ha preso in mano le operazioni di ricostruzione con la collaborazione del dipartimento di Protezione Civile e delle quattro Regioni interessate (Lazio, Umbria, Marche, Abruzzo). Mentre si attende il decreto governativo che, oltre a stabilire criteri e competenze, dovrebbe sbloccare anche i fondi destinati alle zone terremotate. Fondi attesi e non poco da chi, oltre alle perdite fisiche, nei crolli del 24 agosto ha perso anche la casa, o il negozio, o la fattoria. Una vita andata in fumo, nella quale resta solo la speranza di non essere abbandonati. Intanto nei quattro comuni dei Monti della Laga si e' ripartiti: ad Amatrice la nuova scuola ha aperto i battenti in linea con l'inizio dell'anno scolastico, grazie al "mini-miracolo" della Protezione Civile di Trento, che ha realizzato uno stabile modulare ex novo in soli 13 giorni. Gia' pianificate anche le operazioni per riavviare le attivita' agricole e quelle commerciali. E' quello che vuole, ad Amatrice, il sindaco Pirozzi, e' quello che si cerca di dare ad una comunita' che non vuole lasciare la sua terra. Anche se molti si sono gia' recati altrove, negli alberghi di San Benedetto del Tronto (e' il caso della quasi totalita' della popolazione di Accumoli), o in sistemazioni provvisorie autonome, la scelta maggioritaria anche per via del contributo economico erogato.
Tanti, pero', vogliono rimanere, ma hanno paura di tornare in casa, sia la propria - anche qui molti gli edifici giudicati agibili dalle migliaia di sopralluoghi effettuati da squadre di tecnici giunti da tutto il mondo -, sia in quelle messe a disposizione, ad Amatrice, dai cittadini non residenti.E mentre, senza fretta, gli sfollati lasciano le tende, nelle varie "zone rosse" si attende di sapere dove stoccare le macerie del sisma. Almeno quelle sulle quali non e' presente il sigillo dell'autorita' giudiziaria, che indaga sui crolli del 24 agosto. Il fascicolo per disastro colposo, al momento senza indagati, attende le perizie del super-consulente Antonello Salvatori, indicato dalla Procura di Rieti per effettuare controlli su alcune delle strutture venute giu'. Edifici che, secondo le ipotesi dei magistrati, avrebbero beneficiato dei fondi messi a disposizione sia dopo il sisma del 1997, sia dopo quello del 2009. La scuola "Capranica" e l'hotel Roma sono due di queste, e sono al centro di un'inchiesta che si annuncia lunga e laboriosa.Come lungo, purtroppo, e' il numero complessivo delle vittime: 297, ad oggi, con tante persone ancora ricoverate negli ospedali del Centro Italia. 238 invece le persone salvate dalle macerie, un numero altissimo, in proporzione. L'unico dato positivo in una tragedia di proporzioni enormi, che ha lasciato un segno indelebile nel cuore dell'Italia. (AGI)