Roma - Nelle ferite della 'mummia del Similaun' sono state trovate tracce di sangue. E' quanto emerso da una ricerca di un team italo-tedesco mediante l'uso della nanotecnologia. Nelle lacerazioni di 'Oetzi' - il cacciatore di 5300 anni fa rinvenuto il 19 settembre 1991 sotto il Giogo di Tisa sul ghiacciaio del Similaun in Alto Adige - vi e' la presenza di globuli rossi. Si tratta del campione di sangue piu' antico della storia. "Non sapevamo quanto a lungo si potesse conservare il sangue, ne' tantomeno come si presentavano i globuli rossi dell'uomo durante l'eta' del rame", ha affermato Albert Zink, direttore dell'Istituto per le Mummie e l'Iceman dell'Accademia Europea di Bolzano (Eurac). Il centro di ricerca altoatesino e' stato il punto di partenza delle ricerche, condotte insieme a Marek Janko e Robert Stark, entrambi ricercatori di scienze dei materiali al Center of Smart Interfaces della Technische Universitaet di Darmstadt in Germania.
Il team di ricerca ha esaminato, con un microscopio a forza atomica, dei sottili campioni di tessuto prelevati dalla ferita sulla schiena della 'mummia del Similaun' causata da una freccia e da una ferita da taglio sulla mano destra. L'apparecchio analizza i campioni grazie a una punta sottile che percorre minuziosamente le superfici di tessuto e, per mezzo di sensori, ne registra punto per punto la forma. Sulle superfici e' stata scoperta la presenza di globuli rossi con la loro classica forma 'a ciambella'. "Per essere certi al cento per cento che si trattasse di vere e proprie cellule del sangue e non di polline, batteri o di un'impronta lasciata da una cellula ormai scomparsa, abbiamo adoperato un secondo metodo di analisi: la cosiddetta spettroscopia Raman", hanno spiegato Janko Stark, membri insieme a Zink del Center for Nanosciences di Monaco.
La spettroscopia Raman illumina i campioni di tessuto con una luce intensa, grazie alla quale si riescono a identificare le diverse molecole per mezzo di uno spettro di dispersione della luce. Questo metodo ha confermato che i globuli rossi di Oetzi hanno lo stesso aspetto dei campioni moderni di sangue umano. Oltre ai globuli rossi, l'analisi ha rivelato tracce di fibrina, proteina che regola la coagulazione del sangue. "La fibrina emerge nelle ferite fresche e successivamente tende a diminuire. Questo conferma la tesi che Oetzi sia morto subito dopo esser stato ferito dalla freccia e non nei giorni successivi, come era stato ipotizzato inizialmente", ha rivelato Zink. (AGI)