Roma - Derubato da due persone e poi gettato in acqua al culmine di una lite con un senzatetto. Una fine da incubo quella di Beau Solomon, lo studente statunitense di 19 anni trovato morto lunedì nel Tevere tre giorni dopo la scomparsa. A spingerlo in acqua, secondo gli investigatori, Massimo Galioto, quarantenne romano senza fissa dimora, che poi è andato a dormire come se nulla fosse successo. Galioto ha ammesso di avere avuto con l'americano una violenta discussione e quando Solomon è caduto in acqua non si è dato alla fuga, né ha lanciato un allarme, ma ha preferito andarsene a dormire in una zona riparata della banchina del Tevere dove vive da tempo con un'altra senzatetto.
Veglia di amici e parenti in Wisconsin per l'ultimo saluto a Beau
Ma a vuotare le tasche dello studente del Wisconsin non sarebbe stato Galioto: prima di essere spinto nel Tevere, Beau era stato derubato della carta di credito da due persone che lo avevano portato sulla banchina del fiume. Alcuni testimoni hanno riferito alla polizia che il ragazzo, visibilmente ubriaco, sarebbe stato avvicinato da due persone che poi lo hanno lasciato solo fino a quando non si e' imbattuto in Galioto. Secondo chi indaga, quindi, non ci sono collegamenti tra gli autori del furto della carta di credito, usata nei giorni successivi a Milano, e il senzatetto fermato dalla polizia per omicidio.
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Originario del Wisconsin, sopravvissuto da piccolo ad una seria malattia, sportivo praticante, Solomon era arrivato in Italia da pochi giorni. Secondo una prima ricostruzione, giovedi' sera - lasciata la stanza alla Cabot University dove alloggiava - il giovane aveva raggiunto Trastevere e si era fermato con alcuni amici in un pub di via della Lungara, prima di vagare da solo e trovre la morte. (AGI)