Bergamo - Massimo Bossetti, il 45enne accusato dell'assassinio di Yara Gambirasio, e' stato condannato alla pena dell'ergastolo dalla Corte d'Assise di Bergamo. I giudici hanno anche tolto la potesta' genitoriale al muratore di Mapello, mentre non hanno accolto la richiesta del pubblico ministero, Letizia Ruggeri, che oltre all'ergastolo aveva chiesto anche l'isolamento. Per quanto riguarda, invece, l'accusa di calunnia per aver depistato le indagini spostando l'attenzione su un suo collega, Bossetti e' stato assolto.
La Corte lo ha anche condannato a un risarcimento danni in questa forma: 400 mila euro per ogni genitore di Yara, 150 mila euro per ogni fratello di Yara e 18 mila euro per gli avvocati. Bossetti lasciando l'Aula dove ha assistito alla lettura del dispositivo della sentenza di condanna si e' limitato ad alzare gli occhi al cielo.
"Non e' una sentenza definitiva, e' il primo step di una battaglia lunghissima. Certamente faremo ricorso" ha detto Paolo Camporini, uno dei legali di Bossetti,
"La pena e' quella prevista per chi commette un omicidio a cui non sono riconosciute le attenuanti" ha commentato il procuratore capo della Repubblica di Bergamo, Massimo Meroni, dopo la lettura della sentenza "la prova scientifica e' stata determinante".
Da parte dei genitori di Yara "nessun moto di gioia o di felicita'". "Adesso sappiamo chi è stato" hanno detto il pade e la madre della ragazzina all'avvocato Enrico Pelillo, uno dei legali della famiglia. "E' normale - ha aggiunto il legale - questa e' una tragedia e nessuno potra' riportare in vita Yara". I legali della famiglia hanno poi sottolineato che "e' andata come doveva andare. I genitori di Yara hanno atteso l'esito del processo con serenita' e con altrettanta serenita' hanno accolto la sentenza". A chi chiedeva se vi fossero stati dubbi nell'inchiesta, l'avvocato ha risposto: "Dall'arresto di Bossetti in poi nessun dubbio". (AGI)