Roma - La traccia sul voto alle donne nel 1946 "e' un'ottima scelta in tempi di femminicidio, perche' quel voto ha avuto il significato di riconoscere piena dignita' della donna come persona". Michele Ainis, costituzionalista, saluta con favore il tema storico della prima prova alla Maturita'. "La storia - spiega - non finisce, pero', con il 1946 e nemmeno con il 1948 quando entra in vigore la Costituzione. In queste date semmai comincia la storia dell'emancipazione femminile perche' si aspettano dieci anni, per fare un esempio, prima di permettere alle donne di partecipare ai concorsi in magistratura. Fino al 1958 potevano accedervi soltanto gli uomini. E fino al 1970 nel nostro diritto di famiglia la donna era considerata un'appendice del marito". Secondo Ainis, "tutto questo dimostra che l'eguaglianza piena e' sempre un obiettivo da raggiungere. Ricordare, quindi, a dei ragazzi di 17 anni quando quel traguardo viene fissato nel nostro orizzonte collettivo e' il modo migliore per cercare di raggiungerlo". Riflettere sul ruolo delle donne e sul valore dell'uguaglianza e' particolarmente importante oggi in epoca di femminicidio. "Fa un pessimo effetto - commenta Ainis - constatare che nel terzo millenio la donna sia un oggetto di consumo da buttare nel cestino dei rifiuti". Questa percezione sta proprio all'origine del femminicidio. "C'e' un nesso - afferma il costituzionalista - tra il femminicidio e l'esposizione del corpo femminile in politica, nella vita di tutti i giorni, come nei cartelloni pubblicitari e in tv". (AGI)