Città del Vaticano - La Chiesa italiana è favorevole a che siano riconosciuti "i diritti individuali che ognuno legittimamente rivendica" ma non condivide che le "unioni civili siano equiparate ai matrimoni" come avviene con la legge Cirinnà, nella quale "l'assenza di fedeltà è l'unico discrmine tra una cosa e l'altra". E' la precisazione del presidente della Cei, cardinale Angelo Bagnasco, che ha parlato a margine dell'incontro dei vescovi europei con il Papa. Sull'emergenza migranti, Bagnasco ha osservato che il filo spinato e i campi di raccolta in alcuni Paesi dimostrano che "l'Europa è la prima a non volersi bene, manca di fedeltà, di appartenenza a se stessa. Volersi più bene significa per l'Europa restare fedeli alle proprie radici che sono di apertura, solidarieta' e accoglienza". Quanto al "muro del Brennero", il presidente della Cei ha scandito: "Spero non sia fatto. Magari sono reazioni a caldo, nelle quali prevale la voce della paura. Speriamo che le cose si sciolgano. L'Italia finora ha dato buon esempio". E riguardo all'atteggiamento piu' sfumato di vescovi cattolici in paesi come l'Ungheria, che sono sembrati non voler condannare la politica dei loro governi, Bagnasco non ha voluto commentarli, anche se poi ha concesso: "La Chiesa propone e difende i valori. Individuare le decisioni operative non e' compito nostro". Poi un accenno al rischio Brexit: "Bisogna stare sul luogo per capire, come vescovi europei ci sentiamo di dire che dobbiamo cogliere il messaggio che c'e' dentro. Perche' tutto questo esprime un disagio oggettivo o perlomeno soggettivo che deve far riflettere gli organismi europei".
Il presidente della Cei ha anche lamentato che "ci sono centrali di potere che hanno la forza di condizionare scelte, culture e legislazioni. Hanno grandi risorse e un obiettivo: mirano a destrutturare la persona con cio' che provoca smarrimento, per manipolare meglio". "Vogliono indebolire il senso di appartenenza che indebilisce il vivere insieme", ha osservato, "in nome di un'autonomia assoluta. Si dice di voler affermare e potenziare l'individuo ma lo si isola in se stesso cosi' si puo' usare meglio". (AGI)