Roma - A chi finira' la nostra eredita' digitale? Cosa succede ai dati registrati online quando una persona muore? A queste e ad altre domande si è cercata risposta oggi durante l'Assemblea organizzata dall'Asign, Associazione italiana giovani notai dal titolo "Uno sguardo al futuro", che ha visto la partecipazione, tra gli altri, del sottosegretario alla Giustizia, Federica Chiavaroli.
In Italia (e nel mondo) non esiste una legislazione, e l'Asign ha presentato oggi un progetto di registrazione online come spunto per la stesura di una disciplina specifica sulla materia. L'idea consiste nel creare un servizio di registrazione online centralizzato messo a disposizione di qualsiasi utente e di qualsiasi fornitore di servizi internet. Il form conterrà i dati anagrafici dell'utente e le informazioni relative agli account che verranno lasciati in eredità con il loro contenuto di foto, video, ma anche dati dal valore economico come documenti di professionisti e comunicazioni sensibili caricate sui cloud di diversi service.
"Il progetto consiste nell'offrire un sistema semplice, sicuro e certo, che consenta agli eredi di avere accesso agli account attivati in vita dal defunto, il tutto per un periodo di tempo limitato, ma sufficiente affinché i dati possano essere consultati, scaricati o cancellati", ha detto Ludovico Capuano, Presidente Asign. "La nostra proposta - ha aggiunto - prevede inoltre che i fornitori dei servizi conoscano con un certo tempismo l'avvenuto decesso di un loro iscritto, al fine di limitare la funzionalità dell'account e disabilitando così, eventualmente, alcune funzioni".
In questo modo, i fornitori dei servizi potranno ottenere un sistema sicuro che consenta loro, trascorso un termine relativamente breve di "liberare" risorse da poter utilizzare per erogare nuovi servizi. Oltre agli aspetti legati all'eredità digitale, l'Assemblea Asign ha posto l'accento anche sul tema dei blockchain, il protocollo che permette l'acquisto di beni e servizi senza ricorrere a valute che hanno corso legale e senza preventive autorizzazioni da parte di istituti o enti governativi, e la sua applicazione a contratti e transazioni immobiliari. "Ipotizzare l'uso sostitutivo della tecnologia blockchain in ambiti più complessi rispetto a quelli per cui è stata pensata, seppur affascinante, presenterebbe non pochi limiti", ha affermato Michele Manente, notaio membro della Commissione informatica del Consiglio nazionale del notariato, secondo cui "ciò non significa, tuttavia, che queste nuove tecniche debbano essere rifiutate a priori, ma, lungi dall'eliminare la funzione notarile, potrebbero, invece, esaltarne la tradizionale funzione di garanzia, adeguandola alle nuove istanze della societa'". Capuano ha chiesto alle Istituzioni "di affrontare con coraggio questa sfida per essere i primi a regolamentare la materia. In un mondo che va verso il 4.0 anche il Notariato vuole essere attore del cambiamento per rispondere alle nuove esigenze sociali dei cittadini". (AGI)