Roma - Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi si è dimesso dopo l'inchiesta in Basilicata. Lo ha fatto con una lettera al presidente del Consiglio Matteo Renzi, diffusa dal Mise. "Caro Matteo sono assolutamente certa della mia buona fede e della correttezza del mio operato. Credo tuttavia necessario, per una questione di opportunità politica, rassegnare le mie dimissioni da incarico di ministro. Sono stati - si legge nella lettera - due anni di splendido lavoro insieme. Continuerò come cittadina e come imprenditrice a lavorare per il bene del nostro meraviglioso Paese".
Dimissioni subito, prima di sera: stando a quanto riferiscono fonti del Partito Democratico, il presidente del consiglio Matteo Renzi ha preso la sua decisione sul ministro Guidi non appena la notizia dell'intercettazione che la riguardava ha attraversato l'oceano raggiungendo il premier a Boston. Non c'è stato, in realtà, bisogno di una moral suasion troppo decisa. Sull'opportunità di rimettere il mandato, ministro e premier si sono trovati subito d'accordo. Tanto che la risposta di Renzi alle dimissioni è stata conciliante e piena d'affetto: "Cara Federica, ho molto apprezzato il tuo lavoro di questi anni. Serio, deciso, competente. Rispetto la tua scelta personale, sofferta, dettata da ragioni di opportunità che condivido: procederò nei prossimi giorni a proporre il tuo successore al Capo dello Stato. Nel frattempo ti invio un grande abbraccio. Continueremo a lavorare insieme perche' l'Italia sia sempre più forte e solida. A presto, Matteo", ha scritto il premier.
Nel Pd intanto ci si interroga su quali possano essere le ripercussioni di questo nuovo caso all'interno del governo. "Indifendibile" è l'aggettivo più utilizzato nella maggioranza e nella minoranza dem. Non manca, al Nazareno, chi azzarda un confronto con quanto accaduto all'ex ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Maurizio Lupi, con lo scandalo del Rolex. Vicende diverse soprattutto perché, nel caso Guidi, è stata la diretta interessata a parlare subito di "opportunità politica" nel presentare le proprie dimissioni, senza attendere nemmeno i titoli dei Tg della sera. Il timore dei vertici del partito, a questo punto, è che questo nuovo caso all'interno del governo possa avere ricadute anche sul referendum sulle trivelle, facendo soffiare il vento in poppa al fronte del 'Si''. Una eventualità che preoccupa lo stato maggiore dem, impegnato a mettere il silenziatore anche sul referendum costituzionale per evitare che il troppo parlarne convincesse elettori riluttanti ad andare a votare anche il 17 marzo. Si apre a questo punto la partita per la sostituzione che, riferiscono fonti della maggioranza dem, sarà breve. In pole position ci sarebbe il sottosegretario Teresa Bellanova, ma anche Vasco Errani. E' l'ex sindacalista, comunque, ad essersi guadagnata un posto nella lista dei membri del governo piu' apprezzati dal premier. Lista in cima alla quale rimane Maria Elena Boschi: "non c'è alcuna possibilità che l'incendio divampato possa toccare anche il ministro delle riforme", sottolinea con decisone una fonte del Nazareno.
Grillo, tutti collusi #RenzieBoschiACasa
La cronaca
Arresti e perquisizioni hanno coinvolto politici locali e imprenditori in un'indagine sull'estrazione del petrolio e lo smaltimento di rifiuti in Val d'Agri.Tra questi c'è Gianluca Gemelli, commissario di Confindustria Siracusa e compagno del ministro delle Attività produttive.
Gemelli è indagato dalla Procura di Potenza per corruzione e traffico illecito di influenze. Per gli inquirenti, Gemelli avrebbe goduto in quest'ultimo caso, di una posizione di riguardo e di benevolenza nell'ambito dei rapporti commerciali con la società Total. Nell'ambito dell'inchiesta, è stato sottoposto agli arresti domiciliari dalla polizia di Stato un consigliere comunale del Pd di di Corleto Perticara (Potenza), giè sindaco dello stesso Comune e assessore alla Provincia di Potenza con delega all'Edilizia Scolastica e alla Pubblica Istruzione.I poliziotti della Squadra mobile di Potenza hanno inoltre notificato il divieto di dimora nel Comune di Corleto Perticara all'ex vicesindaco dello stesso Comune e il divieto di esercizio di attività imprenditoriale e di uffici direttivi delle persone giuridiche e delle imprese per la durata di 6 mesi al titolare di una società a responsabilità limitata affidataria della gestione di una casa di riposo, e dell'amministratore di una società di Matera.
A coinvolgere il ministro Federica Guidi, un'intercettazione telefonica con il compagno. Intercettato anche il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo.
L'intercettazione, Guidi rassicura compagno su emendamento
Questo filone di indagine riguarda più specificamente reati contro la pubblica amministrazione, da parte degli allora sindaco, vicesindaco, e di alcuni ex assessori ed ex consiglieri del Comune di Corleto Perticara a danno e in altri casi a vantaggio di vari imprenditori interessati al progetto per lo sfruttamento del giacimento petrolifero "Tempa Rossa", in fase di realizzazione nei territori dei Comuni di Corleto Perticara, Guardia Perticara e Gorgoglione. La tranche di indagini riguardante più in particolare il presunto traffico di rifiuti è stata sviluppata dai carabinieri del Nucleo Tutela Ambiente, che nelle province di Potenza, Roma, Chieti, Genova, Grosseto e Caltanissetta, hanno eseguito 5 ordinanze di custodia cautelare agli arresti domiciliari emesse dal GIP del Tribunale di Potenza, nei confronti di funzionari e dipendenti dell'Eni del Centro Olio Val d'Agri di Viggiano (Potenza), e un divieto di dimora nei confronti di un dirigente regionale.
Eni prende atto dei provvedimenti adottati dall'autorità giudiziaria nell'ambito di uno dei due filoni di indagine condotti dalla Procura di Potenza sulle attività di produzione di idrocarburi in Val d'Agri. Il filone di indagine che coinvolge alcuni dipendenti Eni è relativo a tematiche ambientali legate all'attività produttiva del Centro Oli di Viggiano e ha comportato oggi l'esecuzione di misure cautelari nei confronti di alcuni dipendenti del centro e il sequestro di impianti funzionali all'attività produttiva dello stesso.
Eni, si legge in un comunicato, ha provveduto alla sospensione temporanea dei lavoratori oggetto dei provvedimenti cautelari e sta completando ulteriori verifiche interne. Per quanto riguarda l'attività produttiva in Val d'Agri, che al momento è sospesa (75.000 barili al giorno), Eni conferma, "sulla base di verifiche esterne commissionate dalla società stessa, il rispetto dei requisiti di legge e delle best practice internazionali". In tal senso Eni richiederà la disponibilità dei beni posti oggi sotto sequestro e continuerà ad interloquire con la magistratura, cosi' come avviene da tempo sul tema, assicurando la massima cooperazione. (AGI)
(AGI)