Milano - Alexander Boettcher è "innocente" e la vera 'coppia dell'acido' è quella composta da Andrea Magnani e Martina Levato, non dal broker e dall'ex studentessa bocconiana, come ritiene la Procura. Lo ha sostenuto il legale Michele Andreano nell'arringa in corso nel processo a carico del broker di origini tedesche per il quale il pm Marcello Musso ha chiesto la condanna a 26 anni di carcere. Per gli stessi agguati con l'acido di cui è accusato Boettcher, sono già stati inflitti col rito abbreviato sia a Boettcher che a Levato 14 anni. "Per avere i benefici del rito abbreviato - è la tesi di Magnani ha fatto un racconto falso smentito oggettivamente dai dati". Dura la presa di posizione nei confronti dell'accusa, le cui indagini sono state definite "non esaustive". In un memoriale di 240 pagine messo a disposizione dei giudici, gli avvocati Andreano e Giovanni Maria Flora, altro legale di Boettcher, hanno scritto che da parte di Musso "c'è stata una frenetica esplorazione investigativa" che sarebbe stata portata avanti "ben oltre i limiti dei fatti contestati coinvolgendo aspetti intimi, personali degli imputati, ben oltre i fatti contestati".
Non solo Magnani e Musso, ma anche Levato finisce nel mirino della difesa. "Parliamo di una donna - dice Andreano, cercando di smontare l'immagine di una Levato sottomessa a Boettcher - che manifesta autonomia e determinazione e anche capacità criminale. Era la prima della classe al liceo, un'ottima studentessa". "Tutte le domande su Savi che ho fatto in aula - precisa il difensore - non erano per infangare il ragazzo. è sempre il papà di Savi che viene a stringermi la mano, non faccio mai in tempo ad avvicinarmi e a farlo io. Il che significa non solo che è un bravo ragazzo, ma anche che è di ottima famiglia. Quello che gli è accaduto non è stato per errore, ma per un mistero. L'agguato a Savi non può essere ascritto a Boettcher". Per il loro assistito gli avvocati chiedono l'assoluzione piena. "Boettcher è uno sciocco - argomentano - e ha una personalità disturbata ma non c'è in nessun caso la prova incontrovertibile della sua partecipazione a un'associazione a delinquere". Al centro del processo, che oggi non arriverà a sentenza, ci sono lo sfregio a Stefano Savi e il blitz non riuscito ai danni del fotografo Giuliano Carparelli. (AGI)