(AGI) - Roma, 2 mar. - L'Ambasciata italiana al Cairo ha ricevuto oggi pomeriggio una nota verbale con la quale il ministero degli Esteri egiziano ha trasmesso alcuni dei materiali investigativi richiesti nelle scorse settimane dal governo italiano attraverso canali diplomatici sul caso Regeni. I materiali sono stati immediatamente messi a disposizione del team investigativo italiano che opera al Cairo su mandato della Procura della Repubblica di Roma.
"La Farnesina - si legge in una nota - prende atto della consegna di una parte del materiale richiesto. Si tratta in particolare di informazioni relative a interrogatori di testimoni da parte delle autorità egiziane, al traffico telefonico del cellulare di Giulio Regeni e a una parziale sintesi degli elementi emersi dall'autopsia. Non risultano essere stati ancora consegnati altri materiali informativi richiesti dalle note verbali della nostra Ambasciata. Si tratta di un primo passo utile. La Farnesina ritiene tuttavia che la collaborazione investigativa debba essere sollecitamente completata nell'interesse dell'accertamento della verità".
Sembrerebbero incompleti e non certamente risolutivi i primi atti inviati dall'autorita' giudiziaria. Secondo fonti vicine alle indagini, tra le carte consegnate al team investigativo partito da Roma un mese fa ci sarebbero dati molto sintetici relativi al traffico telefonico riconducibile al cellulare della vittima e una conclusione parziale di quanto emerso in sede di autopsia. Ci sono anche i verbali di alcuni testimoni sentiti dalla polizia egiziana ma si tratterrebbe di soggetti che non hanno contribuito piu' di tanto a fare luce sulla vicenda. Mancano, invece, le fotografie e le immagini delle telecamere che pure facevano parte della richiesta avanzata per via diplomatica dalla Procura di Roma. L'incartamento, affidato ai carabinieri del Ros e ai poliziotti dello Sco, e' scritto in arabo e dovra' essere tradotto in lingua italiana e poi consegnato ai magistrati capitolini.
"Abbiamo chiesto al governo egiziano di cooperare, abbiamo un team di investigatori in Egitto. Speriamo che la cooperazione, che per il momento e' molto limitata, diventi piu' seria". Cosi il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni. "Noi sentiamo il dovere, non solo nei confronti della sua famiglia ma anche per la dignita' del nostro paese, di scoprire la verita' e individuare i responsabli", ha sottolineato il ministro durante il suo intervento al Council on Foreign Relations di New York. (AGI)