Città del Vaticano - No all'arroganza verso i sottoposti in Vaticano: e' l'appello lanciato da Papa Francesco in occasione del Giubileo della Curia romana. "Anche nei nostri ambienti di lavoro", ha spiegato il Pontefice in un'omelia a San Pietro davanti a 5mila tra cardinali, capi dicastero, vescovi segretari e semplici dipendenti del Vaticano, "possiamo sentire, coltivare e praticare un forte senso pastorale, anzitutto verso le persone che incontriamo tutti i giorni. Che nessuno si senta trascurato o maltrattato, ma ognuno possa sperimentare, prima di tutto qui, la cura premurosa del Buon Pastore".
Dopo 20 anni padre Lombardi lascia Radio Vaticana
"Il primo chiamato a rinnovare la sua professione di fede e' il Successore di Pietro, che porta con se' la responsabilita' di confermare i fratelli", ha detto il Papa nell'omelia.
Citando Sant'Agostino, il Papa ha rilevato che "la Chiesa, pur agitata e scossa per le vicende della storia, non crolla, perche' e' fondata sulla pietra, da cui Pietro deriva il suo nome". Il Giubileo della Curia coinvolge dicasteri, uffici, enti collegati e ben due banche (lo Ior e l'Apsa) oltre al Governatorato al quale fanno capo i servizi dello Stato della Citta' del Vaticano, dalla Gendarmeria all'Annona. Questa la preghiera di Papa Francesco nell'occasione: "il Signore ci liberi da ogni tentazione che allontana dall'essenziale della nostra missione".
Papa Francesco ha raggiunto a piedi la processione dei dipendenti vaticani che dall'Aula Nervi procedeva verso la Basilica di San Pietro e si e' inserito nel gruppo che portava la Croce. Ed e' cosi' che ha fatto ingresso in San Pietro: in mezzo ai lavoratori laici della Curia, che sono anche operai e spazzini. Sacerdoti, vescovi e cardinali hanno invece oltrepassato la Porta Santa prima del Pontefice, con gia' indosso i paramenti. (AGI)