Alle 200mila unità in piu' per effetto delle migrazioni con l'estero e alle 56mila in piu' per effetto della dinamica naturale (63mila nati stranieri contro oltre 6mila decessi), corrispondono 81mila unita' in meno per effetto delle poste migratorie interne e per altri motivi. Vanno poi messe nel conto 136mila unita' in meno per acquisizioni della cittadinanza italiana, "una posta di bilancio - spiega l'Istat - che aumenta anno dopo anno (29mila nel 2005, 66mila nel 2010) da mettere in relazione al progressivo aumento della popolazione straniera residente". Tra le quote in uscita che riguardano la popolazione straniera e' da segnalare poi la "cancellazione per altri motivi" (per lo piu' motivi di irreperibilita') di circa 139mila individui, ossia di soggetti di cui e' ragionevole ritenere l'emigrazione dall'Italia in anni precedenti, senza che questi ne abbiano fatto dichiarazione alle anagrafi di appartenenza. Il 59% della popolazione straniera risiede nel Nord e per ben oltre un quinto del totale nella sola Lombardia. Il 25% risiede nel Centro, di cui 640mila individui nel Lazio, e il 16% nel Mezzogiorno, con 233mila in Campania. Nel Centro-nord l'incidenza di stranieri sulla popolazione complessiva supera ampiamente il 10%, con un massimo del 12,1% in Emilia-Romagna; viceversa nel Mezzogiorno tale quota è del 3,9%, con un minimo del 2,8% in Sardegna.