Cagliari - Sono accusati di maltrattamenti, percosse e lesioni personali nei confronti di 36 pazienti con gravi forme di disabilità 14 operatori del Cagliaritano ai quali stamane i carabinieri hanno notificato altrettante misure cautelari di sospensione dell'esercizio del pubblico servizio. In tutto gli indagati sono 16.
Nella casa di cura Aias (Associazione, italiana assistenza spastici, convenzionata con il servizo sanitario regionale) di Decimomannu (Cagliari) succedeva di tutto: "bastardo, stronzo" e poi spinte, colpi e strattoni ai malati, anche in sedia a rotelle, spesso lasciati in fila nudi in corridoio - uomini e donne assieme - per essere lavati nelle docce e poi asciugati con un unico asciugamano o anche con degli stracci. In un caso un paziente era addirittura finito in ospedale a seguito di un'aggressione, ma alla sua famiglia avevano raccontato di una polmonite.
Gli indagati, per i quali il pm di Cagliari Liliana Ledda aveva chiesto gli arresti domiciliari non concessi dal gip Giampaolo Casula, devono ora rispondere in concorso di maltrattamenti, percosse e omissione di atti d'ufficio.
Stando a quanto ricostruito dall'indagine "Mistreatment" - partite un anno fa dalla denuncia di un'operatrice della struttura - i responsabili del centro sapevano, ma non hanno mai preso provvedimenti. Agli infermieri sospesi, la legge consente di poter operare privatamente. Inizialmente, i presunti responsabili delle vessazioni sembravano essere solo tre operatori socio-sanitari. Ma poi le intercettazioni ambientali audio e video hanno evidenziato responsabilità più ampie, confermate anche in occasione di un'ispezione compiuta dal Nas il 16 aprile dell'anno scorso.
Ogni mattina dalle 6 alle 7.30, hanno riferito gli inquirenti, nel corridoio dov'erano state installate le telecamere arrivavano fra i due e i tre operatori sociosanitari (Oss) che, dopo aver preparato l'unico bagno assistito comunicante con una camera di degenza, iniziavano le operazioni di igiene personale quotidiana degli ospiti. Uomini e donne, in totale promiscuità, venivano condotti nella stessa camera, alcuni già nudi, altri che si spogliavano anche da soli vicino all'ingresso del bagno mentre facevano la fila in attesa del proprio turno per entrare nella doccia. I pazienti non autonomi o in carrozzella venivano svestiti dal personale e trattenuti nel corridoio, nudi, in attesa di accedere al bagno. Gli asciugamani utilizzati per asciugare i degenti, alcuni dei quali tornavano seminudi nelle loro stanze, erano gli stessi per tutti.
Alcuni pazienti dormivano senza lenzuola, altri su un materassino da palestra, perché - visti i problemi di incontinenza - erano supporti più facili da sanificare. Operazione che, in alcuni casi, sarebbe avvenuta in un cortile con l'uso di una pompa dell'acqua, una scopa e del detersivo.
In un caso registrato dalle telecamere, un paziente era caduto dalla sedia a rotelle e l'operatrice sociosanitaria gli aveva dato un calcio, per poi gridargli contro "Adesso rimani tutto il giorno li', non me ne sbatte un c...".
Ministro Lorenzin: nessuna tolleranza
Sulla vicenda è intervenuta anche il ministro della Salute Beatrice Lorenzin: "nessuna tolleranza verso gli operatori di strutture socio assistenziali che maltrattano anziani, disabili e malati. I Carabinieri del Nas stanno lavorando in modo straordinario, con controlli quotidiani che rendono di grande efficacia la task force che abbiamo istituito nel luglio del 2013 al Ministero". "Le indagini su una singola struttura - prosegue Lorenzin - ha fatto luce su questi comportamenti di inaudita gravita', mentre in tutta Italia proseguono controlli e perquisizioni. Con la task force i cittadini hanno trovato un punto di riferimento, le segnalazioni che arrivano su presunti abusi sono testimonianza della fiducia che nutrono nelle istituzioni e nel lavoro dei Nas, che ancora una volta ringrazio per il grande impegno". Poi ha proseguito: Come già ricordato lo scorso 8 febbraio, in seguito ad analoga operazione condotta in una residenza per anziani, auspico l'accelerazione dell'esame al Senato del ddl che porta il mio nome e che, tra i provvedimenti, prevede l'aumento di un terzo della pena per gli autori di abusi nei confronti degli ospiti delle strutture socio sanitarie. Dopo migliaia di controlli effettuati in oltre due anni di lavoro, credo sia quello - conclude il ministro della Salute - un altro provvedimento importantissimo che dobbiamo a difesa dei cittadini piu' fragili".
(AGI)