Roma - I consiglieri laici e togati del Consiglio superiore della magistratura ieri sera praticamente al gran completo, alla presenza del vicepresidente Giovanni Legnini, sono stati a "scuola serale" di Dante al Teatro Arciliuto di Roma. E' stato il consigliere Giuseppe Fanfani ad interpretare e recitare alcuni passi della Divina Commedia. La serata si e' incentrata sul XXVI canto dell'Inferno dantesco, conosciuto come il canto di Ulisse e per l'incipit che contiene l'invettiva del sommo poeta nei confronti della sua Firenze.
Molte le dotte digressioni, dall'importanza della "virtute" alle problematiche odierne come l'immigrazione che hanno introdotto il canto, con "voli pindarici" che hanno abbracciato la genesi del canto, dall'Iliade all'Odissea, fino alla magistrale chiusura con la recita dei versi, rigorosamente a memoria. Il Teatro Arciliuto, al 49simo anno di attivita' nel centro della Capitale, ha tributato una standing ovation finale a Giuseppe Fanfani. Toscano (nato a Sansepolcro il 19 aprile del 1947), nipote di Amintore, Fanfani e' un 'artista' eclettico: la sua cultura enciclopedica abbraccia le arti pittoriche e quelle letterarie, fino al grande amore per la cucina e, ovviamente, la giurisprudenza. E' stato sindaco di Arezzo e deputato nazionale. Dal 9 settembre del 2014 e' componente laico del Csm. (AGI)
(27 gennaio 2016)