Napoli - E' la compravendita dei giocatori l'operazione commerciale sulla quale si incentrava il "meccanismo fraudolento" per evadere il fisco individuato dalla Procura di Napoli nell'ambito dell'inchiesta 'Fuorigioco' per la quale sono stati eseguiti sequestri per oltre 12 milioni di euro e perquisizioni in domicili e altre pertinenze di calciatori e procuratori di serie A e B. Per la Procura partenopea esiste "un radicato sistema finalizzato ad evadere le imposte posto in essere da 35 società calcistiche di serie A e B, nonché da oltre un centinaio di persone fisiche, tra calciatori e loro procuratori".
procuratori, dicono gli inquirenti, fatturavano in maniera fittizia alla sola società calcistica la propria prestazione, come se la loro intermediazione fosse nell'interesse esclusivo del club, mentre di fatto tutelavano gli interessi dei loro atleti assistiti. Le società potevano cosi' dedurre dal reddito imponibile queste spese, beneficiando di detrazioni di imposta sul valore aggiunto relativa proprio a questa pseudo prestazione. E i calciatori non dichiaravano quello che era "sostanzialmente un fringe benefit" riconosciuto loro dalla societa' calcistica nel momento in cui si accollava il pagamento procuratore. Inoltre agenti argentini, dicono le indagini, attraverso il ricorso a documentazione fiscale e commerciale fittizia e l'interposizione di societa' 'schermo' con sedi in paradisi fiscali, non venivano tassati in Italia dei loro compensi. (AGI)
(26 gennaio 2016)