CdV - Papa Francesco è un rivoluzionario meraviglioso. Parola di Roberto Benigni, che ha partecipato alla presentazione del volume 'Il nome di Dio e' Misericordia - una conversazione con Andrea Tornielli di Sua Santita' Francesco'. Il comico toscano si e' detto emozionato di essere presente "nello Stato piu' piccolo del mondo con l'uomo piu' grande del mondo". Bergoglio "cammina e non si ferma mai. Sta tirando tutta la Chiesa verso un luogo che non pensavamo piu': verso il Cristianesimo, verso Gesu' Cristo, verso il Vangelo". E come lo fa? si domanda: "attraverso la misericordia, che non e' una versione sdolcinata ma una virtu' severa. Quello che Francesco e' impressionante - ha aggiunto Benigni -: va dagli ultimi degli ultimi", citando la visita del Pontefice a Lampedusa e l'apertura della Porta Santa a Bangui. "Va a trovare la vicinanza di Dio - ha sottolineato -. Francesco e' una cascata di misericordia, e' pieno di misericordia. In questo mondo irriconoscibile, pieno di paura e rabbia, Francesco vuole misericordia e va in mezzo al dolore, unica forza superiore al male". "Non si puo' parlare moderatamente del Papa - ha continuato - Ho fatto di tutto per vederlo", ha aggiunto.
Una stima ricambiata da Papa Francesco che durante l'ultima omelia del 2014, cito' il comico che era impegnato con 'I dieci comandamenti' in televisione, definendolo "un grande artista italiano". "Solo a Papa Francesco poteva venire in mente di presentare un libro con un cardinale veneto, un carcerato cinese e un comico toscano...", ha detto riferendosi alle persone che prima di lui sono intervenute, all'Istituto Patristico Augustinianum: il cardinale Pietro Parolin (veneto) e il carcerato cinese Zhang Agostino Jianqing.
"Da piccolo volevo fare il sacerdote - ha raccontato Benigni -. Quando a scuola mi chiedevano 'cosa vuoi fare da grande?', rispondevo 'il Papa'. Tutti si mettevano a ridere, e allora ho capito che dovevo fare il comico...", ha aggiunto, tra le risate del pubblico in sala. Sempre con la sua inimitabile verve, l'attore e regista toscano ha raccontato anche della telefonata avuta dal Vaticano per il suo intervento alla presentazione di oggi: "Come ho saputo 'Sua Santita'' non ho voluto sapere il seguito e ho risposto subito si'. Sono disposto a fare la guardia svizzera, l'autista per Francesco...".
Quanto al libro - commenta Benigni - "si rivolge anche ai non credenti: la vita e' una eterna lotta tra chi crede e chi non crede, tra amore e non amore e amare significa dipendere da qualcuno che ci potrebbe venire sottratto. Questo e' il rischio divino". Non solo: il testo "innalza i nostri cuori senza annacquare il cervello". La misericordia, ha poi continuato come un fiume in piena, "non e' "una virtu' ferma, seduta in poltrona. E' attiva, non sta ferma un secondo. Va incontro ai peccatori e ai poveri".contiene la gioia nel dolore: due colonne portanti del cristianesimo". Poi il comico ha ammonito: "Dobbiamo diffidare degli infelici. Amate le persone felici che sono umili, gioiose e vicine a Dio" e citando il primo miracolo di Gesu' nel Vangelo di Matteo, la guarigione della suocera di Pietro ha aggiunto: "La guari' perche' poi la suocera cucino' per loro. Gesu' gustava le gioie della vita...". Benigni ha poi ripreso le parole di Benedetto XVI sulla misericordia che contiene "la gioia e il dolore: due colonne portanti nel Cristianesimo. Ma mentre il dolore e' sempre presente nel Cristianesimo - ha continuato -, la gioia la teniamo spesso nascosta".
Poi torna sulla misericordia " il caposaldo della missione di Papa Francesco". Cosi' Roberto Benigni alla presentazione del volume 'Il nome di Dio e' Misericordia - una conversazione con Andrea Tornielli di Sua Santita' Francesco'. Basta guardare il Pontefice, ha continuato l'attore toscano, per capire che per lui "la vita e' compassione, amore, e che il perdono e' alla base del suo pontificato. Benigni ha sottolineato che "la misericordia e' la giustizia piu' grande, non la cancella, non la corrompe, non la abolisce". Insomma la misericordia e' il "caposaldo" della missione di Papa Francesco: "Il miserere mei Deus Secundum misericordiam tuam del salmo 50 di Davide che mi commuove sempre". "Un peccato cosi' grande come quello di Davide, se lo ha perdonato, puo' perdonare tutti noi"..., ha aggiunto. (AGI)
(12 gennaio 2016)