Città del Vaticano - "E' il Natale dell'Anno Giubilare che ci chiede di essere misericordiosi con i nostri fratelli. Cosi' faremo crescere la pace". Questo il monito di Papa Francesco nel messaggio di Natale che ha preceduto la benedizione Urbi et Orbi impartita - come e' tradizione - dalla Loggia della Basilica di San Pietro. "Dove nasce Dio, fiorisce la misericordia. Essa è il dono più prezioso che Dio ci fa, particolarmente in questo anno giubilare, in cui siamo chiamati a scoprire la tenerezza che il nostro Padre celeste ha nei confronti di ciascuno di noi", ha detto il Papa che in occasione del Giubileo ha chiesto ai governi di tutto il mondo, nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace diffuso nei giorni scorsi, di "fermare la pena di morte e considerare la possibilta' di un amnistia", un provvedimento quest'ultimo che, ha scritto in settembre nella lettera al Pontificio Consiglio per la Nuova Evangelizzazione, "è tradizione in ogni Giubileo" e oggi ha pregato che "il Signore doni particolarmente ai carcerati di sperimentare il suo amore misericordioso che sana le ferite e vince il male". "Solo la Misericordia di Dio puo' liberare l'umanita' da tante forme di male, a volte mostruose, che l'egoismo genera in essa. La grazia di Dio può convertire i cuori e aprire vie di uscita da situazioni umanamente insolubili", ha spiegato invitando alla speranza un'umanita' certo provata oggi da tante paure, come dimostra il fatto che in piazza San Pietro c'erano circa 50 mila persone perche' almeno altrettante non sono riuscite a superare in tempo i rigidi controlli della sicurezza, e così hanno ascoltato le parole di Francesco da via della Conciliazione.
E il suo pensiero il Papa lo ha dedicato "a quanti sono stati colpiti da efferate azioni terroristiche, particolarmente dalle recenti stragi avvenute sui cieli d'Egitto, a Beirut, Parigi, Bamako e Tunisi" e "ai nostri fratelli, perseguitati in tante parti del mondo a causa della fede, il Bambino Gesu' doni consolazione e forza". "Sono i martiri di oggi", ha scandito. Cosi' come il Papa ha esortato tutti a stringersi a quelle "schiere di uomini e donne che sono private della loro dignita' umana e, come il Bambino Gesu', soffrono il freddo, la poverta' e il rifiuto degli uomini". "Giunga la nostra vicinanza - ha esortato - ai piu' indifesi, soprattutto ai bambini soldato, alle donne che subiscono violenza, alle vittime della tratta delle persone e del narcotraffico". Molto forti le parole a sostegno dei migranti. "Non manchi il nostro conforto - ha detto Bergoglio - a quanti fuggono dalla miseria o dalla guerra, viaggiando in condizioni troppo spesso disumane e non di rado rischiando la vita. Siano ricompensati con abbondanti benedizioni quanti, singoli e Stati, si adoperano con generosita' per soccorrere e accogliere i numerosi migranti e rifugiati, aiutandoli a costruire un futuro dignitoso per se' e per i propri cari e ad integrarsi all'interno delle societa' che li ricevono". "In questo giorno di festa, il Signore - ha auspicato Papa Francesco - ridoni speranza a quanti non hanno lavoro e sono tanti. Dio - ha pregato ad alta voce - sostenga l'impegno di quanti hanno responsabilita' pubbliche in campo politico ed economico affinche' si adoperino per perseguire il bene comune e a tutelare la dignita' di ogni vita umana". "Dove nasce Dio - ha sottolineato il Papa - nasce la speranza. Dove nasce Dio, nasce la pace. E dove nasce la pace, non c'e' piu' posto per l'odio e per la guerra". "Eppure proprio la' dove e' venuto al mondo il Figlio di Dio fatto carne, continuano tensioni e violenze e la pace rimane un dono da invocare e da costruire", ha lamentato Francesco entrando nel tradizionale elenco delle situazioni di crisi che lo preoccupano di piu'.
"Possano Israeliani e Palestinesi - ha poi pregato Francesco ad alta voce - riprendere un dialogo diretto e giungere ad un'intesa che permetta ai due Popoli di convivere in armonia, superando un conflitto che li ha lungamente contrapposti, con gravi ripercussioni sull'intera Regione". "Al Signore - ha continuato - domandiamo che l'intesa raggiunta in seno alle Nazioni Unite riesca quanto prima a far tacere il fragore delle armi in Siria e a rimediare alla gravissima situazione umanitaria della popolazione stremata. E' altrettanto urgente che l'accordo sulla Libia trovi il sostegno di tutti, affinche' si superino le gravi divisioni e violenze che affliggono il Paese". Bergoglio ha quindi invocato che "l'attenzione della Comunita' internazionale sia unanimemente rivolta a far cessare le atrocita' che, sia in quei Paesi come pure in Iraq, Yemen e nell'Africa subsahariana, tuttora mietono numerose vittime, causano immani sofferenze e non risparmiano neppure il patrimonio storico e culturale di interi popoli". "Pace e concordia - ha detto ancora - chiediamo per le care popolazioni della Repubblica Democratica del Congo, del Burundi e del Sud Sudan affinche', mediante il dialogo, si rafforzi l'impegno comune per l'edificazione di societa' civili animate da un sincero spirito di riconciliazione e di comprensione reciproca". "Il Natale - inoltre - porti vera pace anche all'Ucraina, offra sollievo a chi subisce le conseguenze del conflitto e ispiri la volonta' di portare a compimento gli accordi presi, per ristabilire la concordia nell'intero Paese" e "la gioia di questo giorno illumini gli sforzi del popolo colombiano perche', animato dalla speranza, continui con impegno a perseguire la desiderata pace". (AGI)
(25 dicembre 2015)