Arezzo - Sono tre i filoni di inchiesta che la procura di Arezzo sta seguendo per il dissesto finanziario di Banca Etruria. I primi due indagati sono Lorenzo Rosi, ultimo presidente di Banca Etruria prima del commissariamento nel febbraio di quest'anno, e l'ex consigliere di amministrazione Luciano Nataloni. I due, secondo quanto confermato dalla procura di Arezzo, sono stati iscritti nel registro degli indagati nell'ambito dell'indagine sul conflitto di interessi. Si tratta del terzo dei tre filoni di indagine aperti dalla magistratura aretina dopo quelli relativi alle sospette false fatturazioni e al reato di ostacolo alla vigilanza. I nomi di Rosi e Nataloni erano stati segnalati nel verbale della Banca d'Italia al termine delle ispezioni sull'istituto di credito aretino. Per Rosi, secondo l'organo di vigilanza, il conflitto risiede nelle attivita' della cooperativa La Castelnuovese di cui il manager era presidente. Secondo quanto appreso, nove sono invece le posizioni di conflitto di interesse rilevate a carico di Nataloni dagli ispettori di Bankitalia.
Una massa di indagini ai quali si aggiungono le richieste dei risparmiatori, dopo gli esposti di Adusbef e Federconsumatori, di questa mattina, sui quali, pero', non sono stati ancora aperti fascicoli. Sta invece per arrivare a conclusione anche il filone che ipotizza il reato di ostacolo all'autorita' di vigilanza. Questo fascicolo, che risale al marzo 2014, e' stato aperto dopo la relazione degli ispettori della Banca d'Italia compiuta due anni fa, nel 2013. Per questo sono stati notificati nei giorni scorsi gli avvisi di chiusura delle indagini dalla Procura di Arezzo per alcuni degli ex vertici di Banca Etruria. Si tratta dell'ex direttore generale, Luca Bronchi, degli ex presidenti Giuseppe Fornasari e Lorenzo Rosi. Rosi e' stato l'ultimo presidente, fino al commissariamento dell'istituto. (AGI)