Più attenzione al verde pubblico, un minore impatto e consumo di suolo, ma soprattutto maggiore inclusione sociale. In altre parole, maggiore sostenibilità.
"Su questi obiettivi abbiamo costruito la nostra azione di governo per cui mi fa piacere constatare che la nostra città ha già conseguito alcuni di questi obiettivi". Lo ha spiegato all'Agi il sindaco di Bologna, Virginio Merola, con riferimento ai dati raccolti dai ricercatori della Fondazione Eni Enrico Mattei (FEEM), appena pubblicati nel rapporto "Per un'Italia sostenibile: l'SDSN Italia SDGs City Index 2018".
Il report contiene una sintesi di indicatori che fotografano, attraverso dati e indicatori, lo stato di attuazione nelle città delle politiche della sostenibilità in vista del conseguimento degli obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell'Onu.
Quali parametri prese in esame la ricerca
Per ciascuna delle città capoluogo di provincia sono stati raccolti dati su 17 obiettivi diversi che ricoprono i diversi ambiti di intervento previsti dall'Agenda 2030: salute, lotta alla povertà, istruzione, uguaglianza di genere, accesso alle risorse energetiche, ambiente, acqua, rifiuti, ma anche istruzione, verde pubblico e partecipazione. Per semplificare la lettura i ricercatori hanno voluto distinguere i diversi livelli di attuazione delle politiche con diversi colori: verde per quelli ormai raggiunti con percentuali superiori all'80 per cento e poi giallo, arancio e, infine, rosso, per quelli meno centrati.
"Gli indicatori come questo sviluppato dai ricercatori della FEEM, sono molto utili perché ci permettono di indirizzare l'attività amministrativa e di finalizzarla al raggiungimento di determinati obiettivi", ha spiegato Merola. Con quattro obiettivi già raggiunti con percentuali comprese tra l'80 e il 100 per cento e altri 7 a portata di mano con percentuali comprese tra il 50 e il 79 per cento, la città di Bologna è sulla buona strada verso il pieno conseguimento degli obiettivi.
Dove Bologna fa bene...
Nel dettaglio Bologna raggiunge ottimi risultati (semaforo verde) sulla lotta alla povertà, in materia di uguaglianza di genere, sulle politiche di accesso alla rete idrica e fognaria, e per quanto riguarda la riduzione delle emissioni di Co2. Semaforo giallo invece per quanto riguarda altri obiettivi. Tra questi quelli della salute dei cittadini, della lotta alla fame, all'istruzione, alla crescita economica, al lavoro, ai trasporti, all'inquinamento dell'aria e alla disponibilità di piste ciclabili.
...e dove meno bene
Meno positivi - semaforo arancione - sono altri quattro obiettivi: energia pulita e accessibile; riduzione delle diseguaglianze; giustizia e partecipazione. L'unico obiettivo per cui la città guidata dal sindaco Merola è risultata ancora lontana dai target è quello che racchiude indicatori come la superficie di verde urbano fruibile per abitante. "Resta ancora da lavorare - aggiunge Merola - soprattutto in sostegno alle persone in difficoltà, quelle maggiormente svantaggiate per le quali è stato costituito un fondo speciale di dieci milioni di euro cui si aggiungono altri 4 dalla curia. Con questo intervento vogliamo creare uno strumento che sia in grado di aiutare quelle persone che sono uscite da tutti i circuiti e che è difficile riuscire a raggiungere e a includere all'interno di percorsi di integrazione sociale".
Il tema della costruzione di una città maggiormente inclusiva si estende poi anche alla casa. "A Bologna - dice Merola - il 70 per cento delle persone sono proprietarie di casa, ma noi vogliamo aiutare chi non ce l'ha, soprattutto le giovani coppie con la creazione di un fondo sociale per il sostegno all'affitto che dovrebbe arrivare a coprire mille alloggi entro il 2021, quando terminerà il mio mandato".
Oltre alle politiche sociale e di inclusione sociale uno dei temi su cui Bologna sembra essere ancora lontana dagli obiettivi definiti dall'Agenda 2030 sono quelli legati alla biodiversità e alla disponibilità di superficie di verde per abitante. "Anche su questo fronte siamo intervenuti adottando norme che riducono il consumo di suolo ed escludono le aree agricole da interventi dalle previsioni urbanistiche". Insieme agli interventi sul piano della pianificazione, sono stati adottati progetti che puntano a riqualificare aree urbane come quello che destina 5 milioni di euro per l'area delle Case Popolarissime dove oltre al recupero degli immobili e alla loro ottimizzazione energetica, verrà fatto nascere, nel cuore di un quartiere da anni degradato un vero e proprio giardino, che verrà chiamato "Giardino della Resilienza".