Il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda avverte i vertici di Embraco: se non ritirano i licenziamenti vanno incontro a una vera e prorpia dichiarazione di guerra dal parte del governo. “Giovedì - spiega il ministro ad Agorà - ho visto Embraco, ho chiarito alla multinazionale americana che devono ritirare i licenziamenti e farli diventare cassa integrazione. Giovedì li rincontro, ho spiegato che se non ritirano i licenziamenti loro vanno incontro a una dichiarazione di guerra del governo italiano, che vuol dire andare a Bruxelles e verificare, cosa che sto già facendo fare dall'ambasciatore, se hanno già un accordo con la Slovacchia, un accordo fiscale che configura un aiuto di stato. Il ministro degli Esteri Alfano, su mia richiesta, chiederà spiegazioni al governo slovacco, perché questo fatto che i Paesi dell'Est che beneficiano peraltro di fondi europei, facciamo dumping per attirare produzioni dal resto dell'Europa è una cosa che deve finire, non è più tollerabile. Abbiamo sbagliato con l'allargamento - ha concluso Calenda - ma non vuol dire che dobbiamo subire questo”. Nei giorni scorsi Embraco ha annunciato la chiusura dello stabilimento e il licenziamento 497 persone, a causa della delocalizzazione degli impianti di produzione in Brasile, Cina e Slovacchia.