Ai Giochi olimpici invernali in corso in Corea del Sud si è svolta una gara che non è andata in diretta tv, eppure può dirci molto sul nostro futuro prossimo. Una gara di slalom fra dieci robot. Le regole per partecipare erano piuttosto semplici: il robot doveva essere alto almeno mezzo metro, stare in piedi su due gambe, essere alimentato a batterie, usare sci e racchette. In palio 10 mila dollari, ma in realtà quando si parla di questi temi i soldi sono l’ultimo dei moventi, i ricercatori che realizzano questi robot lo fanno perché hanno la sensazione inebriante, divina quasi, di stare sulla frontiera del futuro.
Le immagini della gara sono emblematiche dello stato dell’arte: si vedono robot alti poco più di un neonato, vestiti da sciatori, che si avventurano fra i pali. Piuttosto goffamente, direi, anzi, un paio di loro sono finiti fuori pista. Ma gli altri sono arrivati al traguardo con uno stile che definirei di spazzaneve avanzato. È un bel progresso rispetto a quello che i migliori robot del mondo avevano fatto un anno e mezzo fa in una gara esilarante che ne aveva evidenziato i grandi limiti.
Ma mentre in Corea del Sud si svolgeva il primo slalom per robot - un antipasto di quello che vedremo fra due anni alle Olimpiadi di Tokyo, dove i robot parteciperanno in varie discipline - in rete è apparso un altro video, questo sì, inquietante. Lo ha girato la Boston Dynamics, una società nata al MIT di Boston 26 anni fa, finanziata dal dipartimento della difesa americano per fini militari, acquistata da Google nel 2013 e rivenduta ai giapponesi di Softbank qualche mese fa. Nel video si vedono due robot a quattro zampe, più simili a iene che a cani, muoversi con agilità e circospezione in un laboratorio e poi aprire una porta con destrezza sorprendente e fuggire via. Sembra una scena di Jurassic Park, ma non è un film e non parliamo di dinosauri estinti milioni di anni fa. Parliamo di quello che vedremo presto nelle nostre vite.
In questo scenario non mi sorprende che un uomo d’affari di New York si sia appena candidato per la Casa Bianca per il 2020 sulla base di un programma che possiamo definire L’Apocalisse dei Robot. Dice Andrew Yang che presto perderemo il lavoro tutti e che bisogna in qualche modo fermare il futuro. Sembra la profezia di Nostradamus. Epperò il tema esiste. L’era dei robot sta arrivando, e far finta di nulla, non prepararci a gestire i cambiamenti e prenderne tutti i vantaggi possibili, farà solo il gioco degli stregoni della paura.