Il Pd non esce diviso dalla direzione: nessun voto contrario, a votare l'ordine del giorno Guerini-Martina è stato anche Cuperlo, ma spicca la decisione di Orlando e dei suoi di astenersi. Nell'area del Guardasigilli si parla di passi in avanti da parte di Renzi ma non sufficienti e soprattutto andranno verificati nei prossimi giorni. Nei giorni scorsi è intervenuto Veltroni, potrebbe dire qualcosa anche Prodi invocato da più parti come un possibile 'federatore' dell'area di centrosinistra, si è espresso oggi perfino Enrico Letta, Franceschini ha a lungo applaudito l'intervento del segretario, anche Emiliano si è convinto a dire sì.
Una direzione preparata con cura
Chi ha spinto affinchè Renzi imprimesse "una svolta" nella direzione di una coalizione che vada dai radicali ad Mdp, dai centristi a Campo progressista si ritiene soddisfatto. La direzione è stata preparata con cura, attraverso un lavoro per far emergere l'unità del Pd. "Domani i giornali non potranno titolare che il partito è diviso", ha detto Delrio nel suo intervento. Lo stesso Renzi con i suoi ritiene di aver fatto tutto quello che era nelle sue corde. Abbiamo aperto su tutto, ora vediamo chi vuole veramente unire, ha spiegato ai fedelissimi. Anche nella sua replica ha ripetuto un concetto: chi vuole rompere non troverà nessuna sponda nel Pd. L'ex presidente del Consiglio ha rimarcato come non si possa pretendere di rinnegare quello che è stato fatto in questi anni: "Chi si esercita in abiure non si ricorda come stava il Paese tre anni fa". Difesa quindi del jobs act e dell'operato di Minniti. Ma allo stesso tempo non ha nascosto che c'è un tema che riguarda i licenziamenti e che occorre affrontarlo, quindi "siamo pronti a fare di più nella lotta per il precariato".
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Renzi ha sgombrato il campo anche da equivoci: "Mai pensato di voler fare il Macron", ora "serve uno sforzo unitario, a partire dal sottoscritto", "occorre lavorare in tempi stretti per una coalizione larga", "si può fare di più e meglio. Facciamolo insieme", "siamo disponibili a trovare punti equilibrio sulla manovra" e "a ragionare sui grandi temi con chi è andato via", "vogliamo la legge sullo ius soli a prescindere da Mdp". Tutte frasi pronunciate per lanciare un messaggio di compattezza del partito "perchè se ci dividiamo scendiamo nei sondaggi". Perfino l'appello a coadiuvarlo nel suo lavoro di leader dem: "Molti mi hanno detto che ero un uomo solo al comando, allora invito tutti a darmi una mano In modo particolare a chi ha maggiore autorevolezza con la sinistra e penso a Fassino".
L'invito rivolto dal segretario Pd alla direzione è quello di guardare avanti: "la sfida è il futuro e il futuro è una pagina totalmente bianca da scrivere. O la scriviamo noi o la destra". Ma poche per il momento le aperture arrivate al segretario dem. Qualcuno in Campo progressista apprezza i toni usati dall'ex premier ma - si sottolinea - "non c'è nessuna discontinuità. Renzi continua a dire di aver fatto tutto bene...".
Per Bersani le chiacchiere stanno a zero
Porta chiusa anche da parte di Mdp. "Le chiacchiere stanno a zero", mette a verbale Bersani. Il progetto "alternativo" al Pd va avanti, vede il presidente Grasso come il principale punto di riferimento anche per la nettezza dei giudizi espressi nei confronti delle politiche del partito democratico. "Sarà una forza autonoma e indipendente - ribadiscono gli ex dem -. Si pentiranno ad aver detto no al voto disgiunto". "Altro che voto utile, il Pd rischia di restare fuori così come accaduto in Sicilia", il ragionamento. Ragionamento illustrato oggi anche da Orlando in direzione. "In Sicilia - ha osservato - si è determinata per la prima volta un fenomeno di voto utile che non premia il Partito Democratico. E questo è un rischio, che in assenza di una proposta politica strutturata si può determinare anche a livello nazionale". Ed ancora: "In questo momento noi siamo in un vicolo cieco. Perchè abbiamo approvato una legge che prevede le coalizioni e al momento le coalizioni non ce le abbiamo".
Prime aperture a Mdp ma tutte da verificare
Il Guardasigilli e altri 14 esponenti della sua area hanno così preferito astenersi. Tra Renzi e Orlando c'è stato anche uno scambio di vedute. è stato quando, riferisce chi era presente alla direzione, Orlando ha spiegato di essere rimasto da solo a difendere i provvedimenti sulla giustizia. Non è così, smettiamola di dire queste cose, la replica del segretario dem. Non so se resterei in un partito personale e centrista, ha aggiunto Orlando. Tuttavia il responsabile di via Arenula alla fine ha rilevato che un cambiamento di rotta da parte del segretario c'è stato. "Da Renzi è arrivata - questo il parere di Orlando - una reale apertura verso Mdp, ma serve definire percorso che abbiamo di fronte".