Berlusconi e Salvini stanno studiando una strategia comune per uscire dall'impasse. Ognuno potrebbe fare, come dice il numero due del Carroccio Giorgetti, un passo indietro e uno avanti. Berlusconi aprirebbe all'eventualità di cercare convergenze con i pentastellati, sulla base dei programmi. L'ex premier non intende certo andare all'opposizione, per salvaguardare l'alleanza del centrodestra manifesterebbe la disponibilità ad un dialogo costruttivo con i grillini. Cedendo in questo modo al 'pressing' di Salvini secondo il quale occorre in ogni caso fare i conti con il partito più rappresentativo in Parlamento.
Il Carroccio la spunta anche in Friuli
Altro passo indietro del Cavaliere riguarderebbe il Friuli. In un primo momento c'era l'accordo su Tondo, ma il partito di via Bellerio avrebbe strappato un'intesa di massima: il candidato del centrodestra dovrebbe essere Fedriga. La Lega così potrebbe ottenere tre regioni del Nord (Lombardia, Veneto e Friuli) potendo contare anche sui buonissimi rapporti con Toti in Liguria. Il passo indietro leghista, di cui parla Giorgetti, potrebbe essere lo scranno più alto di palazzo Madama. Domani al vertice della coalizione ci sarà un accordo sul metodo. Ovvero lo 'schema' dovra' sara' condiviso. Difficilmente ci sarà una fumata bianca su chi dovrà succedere a Boldrini e Grasso. Ne dovrebbe venir fuori una rosa di nomi sui quali poi ragionare secondo le opportunità politiche e le convergenze in Parlamento. M5s dovrebbe avere Montecitorio: in pista, riferiscono fonti parlamentari, c'è sempre Fraccaro, ma non vengono esclusi i nomi di Fico e di Giulia Grillo. Ma per quanto riguarda il Senato nelle ultime ore si rafforza l'ipotesi che la presidenza vada ad un esponente di Fi. Il nome più accreditato per il momento è quello della Bernini, anche se Berlusconi insisterebbe ancora su Romani. FI porterà avanti queste candidature (in più quella di Gasparri) e intanto sotto traccia mostra soddisfazione perché il nome di Giulia Bongiorno dovrebbe uscire dai radar delle candidate. "Presidenza a FI? Non escludiamo nulla", dicono dal partito di via Bellerio.
Le condizioni dei Cinque stelle
M5s ha posto il veto su Romani, a FI è stato ribadito il no a condannati e agli indagati. Il Movimento 5 stelle è pronto a far contare i propri numeri ma in realtà il centrodestra potrebbe riconoscere in maniera unanime l'opportunità di assegnare ad un pentastellato la terza carica dello Stato. C'è da convincere Giorgia Meloni che propone che entrambe le presidenze siano appannaggio della coalizione che ha vinto le elezioni. Intanto FI porta avanti la tesi di non chiudere la porta al Pd. Sul tavolo le vicepresidenze delle Camere e gli uffici di presidenza.
Dopo la partita delle presidenze delle Camere ci saranno altri giri di consultazione da parte dei gruppi (ieri M5s ha visto Lega, Pd, FI, Leu e Fdi) ma l'intesa per la formazione di un governo è ancora lontana. Salvini sta lavorando ad un programma di governo per trovare i numeri per "dare risposte ai cittadini". È quella la vera partita che interessa al leader del Carroccio, riferiscono dal Carroccio. "Non escludo nulla", dice il leghista Giorgetti sull'eventualità di un accordo M5s-Lega. Il Cavaliere aprirebbe ma occorrerà capire chi eventualmente potrebbe guidare un esecutivo di questo tipo, con quali numeri e con quale programma.
Gli scenari per il governo
A palazzo Chigi eventualmente potrebbe andare una figura di garanzia ma le trattative sulla prospettiva di un governo sarebbero ancora in alto mare. Ecco perché anche Di Maio ha elogiato il presidente Sergio Mattarella che non è in pressing sulle forze politiche. C'è chi prevede diverse settimane se non mesi per lo sblocco dell'impasse. E c'è chi, anche all'interno del centrodestra, ipotizza che un governo possa durare pochi mesi se non un anno, in tempo per varare una legge elettorale. Ma Salvini ha più volte spiegato che proverà in tutti i modi affinché si garantisca la governabilità. E l'appoggio del Cavaliere ad un'intesa anche con M5s potrebbe essere decisiva a riguardo.
La partita delle presidenze delle Camere è, invece, ad una possibile svolta, considerate le aperture della Lega ad una presidenza targata FI. Aperture che andranno verificate nel vertice che si terrà a palazzo Grazioli domani alle 12. Giovedì' arriveranno i nomi (lo ha comunicato anche il Movimento 5 stelle), da venerdì si gioca.
Dietro l'angolo c'è già lo scoglio del Def, ma sia nella Lega che nel Movimento 5 stelle, si dà per molto probabile che il documento che sta approntando il ministero dell'Economia non sarà decisivo. "Se ne parlerà con la nota di Aggiornamento, in Parlamento arriveranno le risoluzioni ma alla fine non ci sarà alcuno scontro", prevedono fonti parlamentari del Carroccio,