Cesare Battisti è tornato in Italia. Nessuna protezione per lui in Bolivia, nonostante potesse essere questo quello che l’ex terrorista si aspettava da un governo di sinistra. Ma Evo Morales ha una partita molto importante davanti a sé: il ritorno dell’ex presidente Gonzalo Sanchez de Lozada, rifugiato negli Stati Uniti, perché sia giudicato nelle patrie aule di giustizia. E non può permettersi errori in fatto di estradizioni.
Chi è Gonzalo Sanchez de Lozada
Gonzalo Sanchez de Lozada, detto Goni, ha governato per la prima volta la Bolivia dal 1993 al 1997. Nel 2002 rivinse le elezioni, e nel 2003 ebbe una bella gatta da pelare: lo scoppio della cosiddetta Guerra del Gas. Il popolo boliviano chiedeva a gran voce che i proventi della vendita del gas dei giacimenti boliviani restassero nel Paese. Lo stesso Goni, durante il primo mandato, aveva però promosso una legge che ne destinava invece la maggior parte alle compagnie estere che arrivavano per estrarlo.
I moti popolari furono violentissimi. Così forti che Goni ritenne fosse necessario dispiegare persino l’esercito a La Paz e nella vicina El Alto. Il risultato fu il cosiddetto Massacro di Ottobre, che fece 60 morti e 200 feriti. Odiatissimo dai boliviani, Goni fu costretto a fuggire dal Paese nello stesso anno 2003 con destinazione Miami, Florida.
Non confondete Evo Morales con Barack Obama, né la Bolivia per gli Stati Uniti”.
Quando Evo Morales vinse le elezioni nel 2005, una delle sue promesse era proprio quella di riportare Goni in Bolivia perché fosse giudicato per il Massacro con l’accusa di genocidio. La prima richiesta di estradizione venne rifiutata dall’amministrazione Obama nel 2012. La motivazione: i crimini dei quali Goni è accusato non sono punibili negli Usa. La seconda richiesta è stata inoltrata nel 2016 e attende ancora risposta. Insieme a Goni si richiede il ritorno in patria del suo ex ministro della Difesa, Carlos Sanchéz Berzaín, anche lui fuggito negli Usa.
Vista la mancata estradizione di Goni, Evo Morales vuole dare il buon esempio agli Stati Uniti e al mondo intero restituendoci Battisti. Lo capiamo dalle sue stesse parole pronunciate in un altro caso.
Il precedente
Nel 2015, un imprenditore peruviano accusato di corruzione di nome Martín Belaunde venne restituito al suo Paese dopo essere scappato proprio in Bolivia. Evo Morales lo accompagnò personalmente al confine, e pronunciò parole di fuoco in conferenza stampa: “Voglio che sappiate che la Bolivia non sarà un rifugio per corrotti e delinquenti. Non confondete Evo Morales con Barack Obama, né alla Bolivia per gli Stati Uniti”
Queste dichiarazioni furono unanimemente interpretate come un chiaro riferimento alla mancata estradizione di Goni.
Morales stava cercando di dare il buon esempio allora, e con Cesare Battisti il segnale ai nordamericani è ancora più chiaro: ridateci indietro Goni, come noi rispettiamo la ricerca dei delinquenti delle altre nazioni chiediamo che siano rispettate le nostre richieste.
Nel 2007 la Bolivia rifiutò la richiesta di estradizione di un altro peruviano, Walter Chavez. Ma ciò avvenne prima che si avviasse la pratica per quella di Goni.