Il nuovo regolamento proposto dalla Commissione per lo screening degli investimenti stranieri nell'Unione Europea è il primo tentativo della UE di dotarsi di un sistema di vaglio degli investimenti provenienti da paesi terzi. In America un sistema simile esiste da tempo (CFIUS) ed è gestito totalmente a livello di governo federale, nel senso che è il governo federale a stabilire se un investimento in un determinato settore possa o meno mettere in pericolo la sicurezza nazionale.
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Il 'sistema misto'
La UE, che pure ha una competenza esclusiva in materia di negoziati di accordi commerciali e d'investimenti con paesi terzi, invece sta proponendo di adottare un sistema misto in cui a valutare l'impatto di investimenti nei settori strategici sia non solo lo stato membro, ma la Commissione e gli altri stati membri che possono esprimere la loro opinione ove l'investimento possa avere un impatto dal punto di vista della "sicurezza" o dell'ordine pubblico. La decisione finale però spetta sempre allo stato membro in cui l'investimento è proposto. Il regolamento infatti lascia in piedi i sistemi di screening degli investimenti stranieri già esistenti in vari stati membri, compresa l'Italia, anche se cerca di uniformarli (ce ne sono 12 uno diverso dall'altro) e indirettamente spinge gli stati membri privi di questi strumenti a dotarsi di un sistema adeguato, anche se non lo rende obbligatorio.
Progetti di interesse europeo
Preminente è il ruolo della Commissione soprattutto nel caso di "progetti di interesse europeo". In questi casi della raccomandazione della Commissione lo stato membro dovrà tenere "il più possibile" conto. Tra questi "progetti di interesse europeo" rientrano anche quelli relativi ai vari programmi TEN (Transeuropean Networks), i programmi di infrastrutture trans-europee nel settore energia e telecomunicazioni, ma anche il TEN-T il programma che riguarda le infrastrutture di comunicazione.
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La Belt and Road Initiative
La Belt and Road Initiative (BRI) - ossia la Nuova via della seta, l'iniziativa strategica della Cina per il miglioramento dei collegamenti e della cooperazione tra paesi nell'Eurasia - prevede investimenti infrastrutturali non solo in Asia ma anche in parte della UE, soprattutto nei paesi membri dell'Europa orientale, investimenti che saranno realizzati in parte o nella totalità da imprese a proprietà direttamente o indirettamente statale (uno dei fattori che va preso in considerazione secondo il Regolamento nel corso dell'analisi) di un paese terzo (la Cina). Dopo l'adozione del Regolamento sarà quindi ancor più essenziale per i progetti relativi a BRI coordinarsi con quelli previsti dal TEN-T onde evitare sorprese.