(AGI) - CdV, 24 apr. - Il continente africano e la sua Chiesasono stati al centro dell'attenzione sia di Giovanni XXIII siadi Giovanni Paolo II. Lo ha affermato monsignor BarthelemyAdoukonou, segretario del Pontificio Consiglio della Cultura,parlando a margine dell'incontro internazionale "La Chiesa inAfrica, dal Concilio Vaticano II al Terzo Millennio", che sisvolge oggi e domani alla Pontificia Universita' Urbaniana."Giovanni XXIII e' stato il Papa della pace, il Papadell'educare e quello che ha riconosciuto la dignita' dell'uomoafricano, la dignita' della cultura africana per primo", hadetto Adoukonou ai microfoni di Radio Vaticana. "Convocando ilConcilio - ha continuato - nel suo primo discorso ha dettochiaramente che una cosa e' il contenuto, un'altra sono leforme tramite le quali il contenuto si trasmette. Quindi haaperto l'area della interculturalita' reale. La Chiesa, natainterculturale, si trova oggi realmente a svolgere la suavocazione". Ma anche Giovanni Paolo II ha avuto un'attenzioneparticolare per l'Africa. Sedici i viaggi compiuti nelContinente, tra il 1980 e il 2000. In particolare nel 1992visitando l'isola senegalese di Goree da cui partivano le navicariche di schiavi, chiese perdono a Dio e agli uomini per icristiani che, nei secoli passati, si macchiarono del "crimineenorme" della tratta dei neri. "Giovanni Paolo II e' stato ilPapa che ci ha chiamati a essere attenti a vivere la nostrastoria - ha aggiunto Adoukonou - quindi e' andato a Goree perchiedere perdono a Dio per questa distruzione dell'essereumano. Cosi' facendo ha aperto veramente, per noi, l'area,diciamo, della presa di coscienza. Ci ha anche insegnato a farela teologia partendo dalla vita, partendo dalla storia. Hainsistito sulla necessita' di prendere in mano il nostrodestino". Monsignor Adoukonou inoltre ha sottolineato ilcontributo del Concilio per lo sviluppo dell'Africa che "vienedal fatto che le nostre indipendenze africane sono stateconcesse o guadagnate proprio nel tempo in cui il Concilio sisvolgeva. La Chiesa - ha detto il presule - ha saputoaccompagnare la nascita di nuove nazioni africane e i vescoviche furono nominati erano cosi' impegnati, nel far sorgerequeste nazioni, che veramente la Chiesa ha portato il massimocontributo al nostro essere anche nazione. Mentre l'Africa,facendo il suo sforzo di inculturazione, ha cominciato anche adare in modo visibile alla Chiesa tante ricchezze e tantivalori culturali africani, ma anche l'impegno per essere nelmondo moderno un partner di qualita' nel dialogo tra leculture, nel dialogo per la giustizia e la pace. La Chiesaafricana, in questo momento, sta dando anche una risposta difede: avete portato la fede a noi e noi portiamo, anche oggi,Cristo a voi!". (AGI)