Menzogne, faide interne al regime egiziano, sistematiche violazioni dei diritti umani. A un anno dalla scomparsa di Giulio Regeni la verità su chi diede l'ordine di far torturare e uccidere il ricercatore italiano non è ancora arrivata, ma, a partire dal filmato (reso pubblico in questi giorni) che lo ritrae mentre difende il proprio lavoro di accademico dal tentativo di corruzione dell'ambulante che lo ha denunciato alla polizia, diventa sempre più chiaro il quadro di coperture che ha segnato l'inchiesta egiziana e ha fino a oggi impedito alle relazioni diplomatiche tra Roma e il Cairo di riprendere un cammino normale. Domani il caso Regeni sarà al centro di 'Viva l'Italia', il format video di AGI con i protagonisti della politica e dell'economia, della società civile e della cultura.
A partire dalle 9 ne parlerà in diretta web Riccardo Noury, portavoce della sezione italiana di Amnesty International, che dialogherà con il direttore Riccardo Luna e i giornalisti di AGI. Il cadavere del ventottenne friulano, scomparso il 25 gennaio del 2016 al Cairo, fu trovato nove giorni dopo in un fosso nella periferia della capitale egiziana, nelle stesse ore in cui giungeva nel Paese arabo una delegazione di imprenditori guidata dall'allora ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi, per avviare una serie di scambi commerciali con l'Egitto. La missione ministeriale fu annullata e qualche mese dopo, insoddisfatta dell'andamento delle indagini, Roma richiamò in patria il proprio ambasciatore. Noury, 47 anni, fa parte di Amnesty dal 1980 ed e' autore e coautore di numerosi testi sui diritti umani, soprattutto sui temi della pena di morte e della tortura. In questi mesi è stato un punto di riferimento importante per chi volesse avere informazioni approfondite non solo sul caso Regeni ma anche sul quadro dei diritti umani nei paesi scossi dalle primavere arabe, come l'Egitto. Il dibattito, che sara' anche occasione per fare il punto sulle prospettive dei diritti umani nel mondo, potra' essere seguito in diretta su Facebook, Twitter, YouTube e sul sito www.agi.it.