E poi ci vengono a dire che con l’arte non si campa. La nuova frontiera della medicina proviene dal Canada e parrebbe sovvertire totalmente il significato letterale della suddetta affermazione. Dal primo novembre ogni dottore avrà la possibilità non di consigliare ma di prescrivere ai propri pazienti una bella visita al museo. Si chiamerà “The Art Hive” e rappresenterà un passo decisivo per quella che è chiamata arte-terapia, secondo la quale la visita di una mostra, il contatto con l’arte, la cultura, non sarebbe solo utile a chi soffre di disturbi psicologici ma anche a chi sta combattendo vere e proprie battaglie fisiche contro una malattia.
Un esperimento che durerà un anno
Come scrive la rivista online specializzata positizie.it “Ovviamente la prescrizione, ovvero la visita al museo, sarà totalmente gratuita per i pazienti e per il loro accompagnatore, più due minori di 17 anni, quindi un’intera famiglia, ogni medico avrà a disposizione 50 visite per altrettanti pazienti che ne potrebbero trarre beneficio”. Ancora si parla di un esperimento, il primo del genere al mondo, che sarà messo in atto per un intero anno; subito dopo aver analizzato i feedback da parte dei pazienti si deciderà se continuare o meno.
Le prove scientifiche a sostegno della terapia dell'arte
Un progetto che ha visto la luce grazie ad un accordo raggiunto fra il Museo delle Belle Arti di Montreal e l’Associazione dei Medici Francofoni Canadesi ed entrambe le parti sembrano entusiaste all’idea di portarlo a compimento; riguardo la parte medica Hélène Boyer, vicepresidente dei Medici francofoni del Canada, dice che “Ci sono sempre più prove scientifiche che la terapia dell’arte fa bene alla salute fisica. Aumenta il livello di cortisolo e di serotonina. Quando visitiamo un museo secerniamo ormoni e questi ormoni sono responsabili del nostro benessere” e le fa eco chi si occuperà della gestione artistica del progetto: Nathalie Bondil, direttore generale del Museo delle Belle Arti di Montreal “L’idea è quella di migliorare il ‘benessere emotivo’ dei pazienti facendo appello alla loro sensibilità artistica, la nuova frontiera della cultura nel ventunesimo secolo è fare quello che le attività fisiche hanno fatto per la salute dell’uomo nei secoli passati”.
Come ricorda il direttore del reparto educazione del Museum Of Fine Arts di Montréal Thomas Bastien, sono più di vent’anni che si studia il benessere fisico proveniente dal contatto con l’arte ma ora, dice, “abbiamo deciso di andare oltre”. Tra un anno sarà doveroso da parte dell’intera comunità scientifica andare a verificare quali sono stati gli effetti del progetto, anche da noi in Italia, che se davvero l’arte potesse farci sentire fisicamente meglio potremmo vivere tutti quanti in eterno, il nostro paese rappresenterebbe probabilmente la più grande fonte di eterna giovinezza del mondo; stona un po' scriverne proprio in questi giorni, all’indomani dell’uscita del rapporto Federculture, che ci dice che 38,5% degli adulti italiani non partecipa ad alcun tipo di attività culturale. Un disinteresse che potrebbe costarci molto caro.