Roma - L'incubo meningite continua a incombere sull'Italia. E negli ultimi giorni sono stati segnalati nuovi casi anche al di fuori del 'focolaio' Toscana: due in Campania e uno in Liguria. Le autorità continuano a ripetere che la migliore prevenzione contro l'infezione è il vaccino. Ma alcune persone si sono ammalate anche se erano vaccinate. E la stessa regione Toscana ha deciso di sottoporre i bimbi già vaccinati contro la meningite C a un doppio richiamo (cioè a due dosi aggiuntive, normalmente non previste nei protocolli). La domanda sorge dunque spontanea: il vaccino è sufficiente a proteggerci dall'infezione? E il doppio richiamo potrebbe essere utile anche a chi abita al di fuori della Toscana?
Doppio richiamo solo in Toscana, nelle altre regioni non serve
A spiegarlo all'AGI è il direttore del Dipartimento malattie infettive dell'Istituto Superiore di Sanità, Gianni Rezza. I richiami vaccinali anti meningite sui bambini e sugli adolescenti decisi dalla regione Toscana sono una misura che risponde "a una situazione di particolare emergenza", che non riguarda il resto dell'Italia.
"Il calendario vaccinale a tre dosi (tra i 13 e i 15 mesi di età, tra i 6 e i 9 anni e a 13 anni) è una delibera regionale specifica per la Toscana, per la situazione peculiare di emergenza che si è creata in quella regione negli ultimi due anni - spiega l'infettivologo - I responsabili sanitari vogliono coprire maggiormente la popolazione per evitare che il ceppo più aggressivo della meningite possa colpire i bambini".
Vaccino raccomandato per neonati ed adolescenti in tutta Italia
Tra il 2015 e il 2016 sono morte in Toscana 14 persone per meningite, 13 hanno contratto il ceppo C e una il ceppo B. "In Toscana vaccinavano con coperture alte i bambini che avevano compiuto un anno di età, ma di fronte a un ceppo particolarmente aggressivo hanno preferito fare queste ulteriori dosi. Nel resto d'Italia il vaccino è raccomandato al compimento del primo anno di età ed e' consigliabile nell'adolescenza". Per quanto riguarda gli adulti, "l'offerta vaccinale gratuita è limitata alla Toscana, perché qui si è registrato il maggior numero di casi. Nelle altre regioni chi vuole vaccinarsi può comprare il vaccino o farselo segnare dal medico di famiglia, ma non ci sono raccomandazioni specifiche".
Gli ultimi casi, dalla Campania alla Liguria
In Campania, negli ultimi giorni, sono stati segnalati due casi. Per uno manca ancora la conferma che si tratti di meningite: un 46enne è morto a casa nel quartiere di Fuorigrotta, a Napoli, dopo una improvvisa febbre alta. Si attendono gli esami di laboratorio, affidati al Policlinico universitario, e gli esiti dell'autopsia, anche se è già scattata la profilassi.
E' invece certa la positività alla "Neisseria Meningitidis" per il 18enne morto a Castellammare di Stabia. Il ragazzo era di Agerola ed era arrivato in ambulanza del 118 con febbre elevata nel nosocomio del Napoletano. Già prima del trasferimento si era rapidamente aggravato ed era stato spostato in rianimazione. Giovedì è arrivata la conferma che la causa del decesso è stata una sespsi infettiva da meningite. In Campania, dall'inizio dell'anno, sono circa 30 i casi di meningite registrati
In Liguria una donna di 34 anni, peruviana, è stata ricoverata in rianimazione all'ospedale S.Martino di Genova per meningite da meningococco. Residente a Chiavari, si era sentita male la sera di Natale. Dopo essere stata visitata al pronto soccorso dell'ospedale di Lavagna è stata trasferita in condizioni già critiche al nosocomio di Genova. Per ridurre i rischi di contagio familiari e persone che frequentano la casa della donna sono stati sottoposti a profilassi antibiotica. In corso le indagini di laboratorio per individuare il ceppo di meningococco.
In Toscana, intanto, giovedì ha perso la vita un bimbo di appena 22 mesi. Il piccolo è morto all'Ospedale pediatrico Meyer di Firenze, dove era arrivato mercoledì sera in condizioni disperate. Il laboratorio di immunologia dell'ospedale ha conferma la diagnosi di sepsi da meningococco di tipo 'C'; il bambino non era stato vaccinato.
Cos'è la meningite? Che differenza c'è tra la virale e la batterica?
Ecco quali sono le caratteristiche della meningite, come riportato dall'Istituto Superiore di Sanità:
è un'infiammazione delle membrane (le meningi) che avvolgono il cervello e il midollo spinale
E' generalmente di origine infettiva e può essere virale, batterica o causata da funghi.
La forma virale, detta anche meningite asettica, è quella piu' comune: di solito non ha conseguenze gravi e si risolve nell'arco di 7-10 giorni.
La forma batterica, quella tornata a colpire in questi mesi, è piu' rara ma estremamente più seria, e può avere conseguenze fatali.
Il Neisseria meningitidis (meningococco) alberga nelle alte vie respiratorie (naso e gola), spesso di portatori sani e asintomatici (5-10% della popolazione in Italia). E' stato identificato per la prima volta nel 1887, anche se la malattia era già stata descritta nel 1805 nel corso di un'epidemia a Ginevra. Si trasmette da persona a persona attraverso le secrezioni respiratorie. Il meningococco è un batterio che risente delle variazioni di temperatura e dell'essiccamento. Dunque, fuori dell'organismo sopravvive solo per pochi minuti.
Come si contagia
La principale causa di contagio è rappresentata dai portatori sani del batterio: solo nello 0,5% dei casi la malattia è trasmessa da persone affette dalla malattia. Esistono 13 diversi sierogruppi di meningococco, ma solo sei causano meningite e altre malattie gravi: più frequentemente A, B, C, Y e W135 e molto più raramente in Africa, X. In Italia e in Europa, i sierogruppi B e C sono i più frequenti. I sintomi non sono diversi da quelli delle altre meningiti batteriche, ma nel 10-20% dei casi la malattia è rapida e acuta, con un decorso fulminante che può portare al decesso in poche ore anche in presenza di una terapia adeguata. I malati di meningite o altre forme gravi sono considerati contagiosi per circa 24 ore dall'inizio della terapia antibiotica specifica. La contagiosità è comunque bassa, e i casi secondari sono rari.
Chi è a rischio
Il meningococco può tuttavia dare origine a focolai epidemici. Per limitare il rischio di casi secondari, è importante che i contatti stretti dei malati effettuino una profilassi con antibiotici.
Nella valutazione di contatto stretto (che deve essere fatta caso per caso) vengono tenuti in considerazione:
i conviventi considerando anche l'ambiente di studio (la stessa classe) o di lavoro (la stessa stanza);
chi ha dormito o mangiato spesso nella stessa casa del malato;
le persone che nei sette giorni precedenti l'esordio hanno avuto contatti con la sua saliva (attraverso baci, stoviglie, spazzolini da denti, giocattoli);
i sanitari che sono stati direttamente esposti alle secrezioni respiratorie del paziente (per esempio durante manovre di intubazione o respirazione bocca a bocca).
La sorveglianza dei contatti è importante per identificare chi dovesse presentare febbre, in modo da diagnosticare e trattare rapidamente eventuali ulteriori casi. Questa sorveglianza è prevista per 10 giorni dall'esordio dei sintomi del paziente. Il periodo di incubazione è generalmente 3-4 giorni (da 2 fino a 10 giorni). Inoltre, bisogna considerare che il meningococco può causare sepsi meningococcica (un quadro clinico, talvolta molto severo, per la presenza del meningococco nel sangue con febbre alta, ipotensione, petecchie, insufficienza da parte di uno o più organi fino anche ad un esito fatale) che può presentarsi da solo o coesistere con le manifestazioni cliniche della meningite.
Quali sono i sintomi
I sintomi della meningite sono indipendenti dal germe che causa la malattia. I sintomi più tipici includono:
Irrigidimento della parte posteriore del collo (rigidità nucale);
febbre alta; mal di testa;
vomito o nausea;
alterazione del livello di coscienza;
convulsioni.
Come si fa la diagnosi
L'identificazione del microrganismo responsabile viene effettuata su un campione di liquido cerebrospinale o di sangue.Nei neonati, alcuni di questi sintomi non sono evidenti. Si può però manifestare febbre, convulsioni, un pianto continuo, irritabilità, sonnolenza e scarso appetito.
Come vaccinarsi
Sul fronte della lotta al meningococco, sono attualmente disponibili vaccini polisaccaridici contro i sierogruppi A, C, Y e W 135, che per forniscono una protezione di breve durata ai soli soggetti di età maggiore di 2 anni, il vaccino coniugato contro il sierogruppo C (usato attualmente nei calendari vaccinali in Italia) e il vaccino coniugato contro i sierogruppi A, C, Y e W 135. E' di recente introduzione (2014) sia nel mercato che nell'offerta vaccinale di alcune regioni un vaccino per prevenire le forme invasive da meningococco di sierogruppo B. In caso di focolai epidemici da meningococco C, le attuali raccomandazioni internazionali indicano l'opportunità di introduzione della vaccinazione su larga scala nell'area geografica interessata quando l'incidenza e' superiore a 10 casi per 100.000 abitanti nell'arco di tre mesi.