“Ho lavorato con entrambi e posso testimoniare che con loro si lavora benissimo. Vede, a volte i confini delle appartenenze dividono delle persone che sono fatte per stare dalla stessa parte. Vale anche per Renzi e Berlusconi”. Così oggi l’oramai ex ministro agli Affari regionali Enrico Costa in un’intervista al Corriere della sera. In molti oggi sui quotidiani hanno immaginato un suo imminente ritorno a Forza Italia, partito in cui ha militato e con il quale è stato eletto per la prima volta.
“Ho parlato e mi sono confrontato con Berlusconi” ha ammesso l’ex ministro. “C’è un fatto nuovo, la possibilità di riuscire a ricompattare il centrodestra attorno alle ricette liberali”. E poi precisa: “Non mi sono dimesso per lo Ius Soli”, ha detto Costa, “Sullo ius soli Gentiloni ha dimostrato molta sensibilità per le mie posizioni. Me ne sono andato perché sono successi fatti nuovi nel centrodestra. E non potevo più tenere i piedi in due scarpe”.
“L’estremismo di centro può essere appassionante, ma rischia di essere velleitario” aveva detto al quotidiano diretto da Calabresi Costa due giorni fa, chiedendo al suo partito di tornare a guardare al centrodestra. E a Berlusconi. Alfano, il capo del partito nel quale Costa milita attualmente, ha parlato di “dimissioni tardive”. Già da tempo infatti Costa dimostra di non avere più molto a che spartire con l’attuale maggioranza di governo. E oggi compie il primo passo verso il ritorno a casa, e verso Berlusconi. Cosa è il primo, di fatto, a fare il grande passo per tornare nel centrodestra. E, ricorda Il Fatto Quotidiano, l’ex ministro è stato anche il relatore del lodo Alfano, lo scudo per le più alte cariche dello Stato, utilizzato dal solo Berlusconi, ma in seguito bocciato dalla Consulta.