Per il decreto migranti e il suo firmatario Marco Minniti oggi, 12 aprile, è una giornata decisiva. Dopo il via libera al voto di fiducia alla Camera si passa alla votazione finale. E proprio di sicurezza e immigrazione parla a lungo il ministro dell'Interno in un'intervista al Quotidiano Nazionale, spiegando che per le due questioni "non basta la forza, ma occorre il concorso attivo di tutti".
La sicurezza è di sinistra
"La sicurezza dei cittadini e il governo dell'immigrazione non sono questioni di destra - spiega Minniti - ma di sinistra, perché impattano sui ceti sociali più deboli. Chi lo nega dovrebbe domandarsi perché perdiamo voti soprattutto nelle periferie urbane". E sempre su questo tema ribadisce che "anche se le statistiche ci dicono che i reati, tutti i reati, sono in diminuzione, la sicurezza non è una statistica, è un sentimento. E il sentimento di insicurezza avvertito dai cittadini non va mai sottovalutato".
L'integrazione limite naturale dell'accoglienza
Sugli immigrati "teorizzare la politica delle porte aperte non ha senso: l'accoglienza ha un limite naturale nella capacità di integrazione. Negarlo - puntualizza il capo del Viminale - significa mettere a rischio le basi della democrazia del nostro Paese". Per creare le condizioni per l'integrazione, Minniti ha promosso con tutte le associazioni dei musulmani il Patto per l'Islam italiano. Fondato "sul rispetto - conclude il ministro - della nostra Costituzione e quindi sul principio che qualunque sopraffazione fatta in nome della religione deve essere considerata intollerabile". Per questo "è stato giusto togliere la patri potestà a genitori di quella bambina del bolognese rapata a zero perché rifiutava di portare il velo. Ma giusto è stato anche disporre l'apertura dei centri per i rimpatri (Cpr) per gli immigrati pericolosi in attesa di espulsione".
Le novità del decreto migranti
- Istituite 26 sezioni specializzate nei tribunali per quanto riguada:
- L'immigrazione
- La protezione internazionale
- La libera circolazione dei cittadini dell'Unione Europea
- L'apertura di 20 nuovi centri chiamati Cpr (Centri di Permanenza per il Rimpatrio) che non avranno nulla a che vedere con i vecchi Cie (Centri di identificazione ed espulsione) e saranno monitorati quotidianamente da varie realtà e istituzioni umanitarie. Ospiteranno al massimo 150 persone per un totale di 1.500-1.600 posti. Nei centri, l'accesso, senza autorizzazione, è previsto per gli stessi soggetti ammessi a visitare gli istituti penitenziari.
- Annullato il secondo grado di giudizio per le richieste di asilo in caso in cui il diritto sia stato negato (resta il solo ricorso il Cassazione).
- Sono state semplificate una serie di procedure che riguardano le notifiche dei provvedimenti da parte delle forze di polizia ai migranti.
- Ci si può iscrivere all'anagrafe solo con il permesso di soggiorno regolare.