Si alza lo scontro tra Luigi Di Maio e i giornali sullo scambio di messaggi tra il vicepresidente della Camera, il sindaco di Roma Virginia Raggi e Raffaele Marra, ex capo del personale del Campidoglio. .
L'escalation, passo dopo passo
Per capire però l'escalation che ha portato allo scambio di accuse tra i Cinque Stelle e i giornali bisogna ricostruire la giornata. Che si apre con la pubblicazione su Corriere della Sera, Repubblica e Messaggero dello scambio di messaggi tra la Raggi e Marra trovato nel cellulare di quest'ultimo
Il dubbio adombrato dai giornali è che Di Maio non abbia davvero chiesto a Virginia Raggi di allontanare Raffaele Marra dal ruolo di vice capo di gabinetto. Anzi, il vice presidente della Camera avrebbe sostenuto l’ex capo del personale del Comune di Roma, definendolo un “servitore dello Stato” e facendogli da scudo contro la diffidenza dei ‘duri e puri’ del Movimento romano, come Roberta Lombardi. Quanto emergeva dalle chat riservate sembrava smentire ciò che il vice presidente della Camera aveva detto in un'intervista a 'In mezz’ora' a proposito di Marra: “Io quel signore volevo cacciarlo”.
Il primo a muovere in soccorso di Di Maio è Alessandro Di Battista che in un post su Facebook denuncia la "scarsissima professionalità" che "pregiudica il lavoro di tanti bravi giornalisti". "Quando perde di credibilità la categoria dei giornalisti è un problema per la democrazia" scrive su Facebook.
Poi è il turno di Beppe Grillo, che pubblica gli screenshot delle conversazioni e parla per primo di "giornalismo killer"
Grillo si scaglia contro alcuni giornalisti che vogliono "uccidere la reputazione di Di Maio". In un lungo post sul suo blog - dal titolo '#GiornalismoKiller, la misura e' colma' - spiega che "la buona notizia è che possiamo dimostrare, prove alla mano, non solo che mentono ma che sono in mala fede". Il leader M5S fornisce la versione ufficiale del Movimento con tanto di screenshot dello scambio di sms tra Di Maio e la sindaca. Grillo accusa i cronisti di aver riportato un "sms di Di Maio a Virginia Raggi in cui parla di Marra, il punto è che si tratta di un sms parziale e non verificato, accompagnato da una ricostruzione montata ad arte il cui fine è uccidere la reputazione di Di Maio".
Dal messaggio integrale, secondo il blog, si capisce che:
- 1) Il Movimento 5 Stelle aveva chiesto di far verificare alla procura le credenziali di Marra
- 2) Aveva esplicitato il fatto che la decisione non era sua, ma del sindaco con il minidirettorio
- 3) Aveva evidenziato il fatto che Marra era della Guardia di Finanza, un servitore dello Stato visto che allora nulla era uscito sul suo conto
- 4) Aveva evidenziato che il Movimento 5 Stelle fa accertamenti periodici sulle persone che lavorano per i suoi portavoce e che l'importante è non trovare nulla".
"Ancora una volta", accusa Grillo, "lo scopo e' uccidere la reputazione di Di Maio, a costo di pubblicare una chat parziale su cui non è stata fatta alcuna verifica (...) con un obbiettivo preciso: il killeraggio di Luigi Di Maio, colpevole di avere evidenziato le balle che hanno scritto e continuano a scrivere. La domanda e' "Cui prodest?". Qual è l'obiettivo? Impedirci di andare al governo? Chi è che ha interesse a mantenere lo status quo a costo di infangare la nostra immagine con la pubblicazione di informazioni parziali e non verificate? Aspettiamo la risposta".
Come sono andate veramente le cose
Risposta che arriva poche ore dopo: "Grillo" si legge su Repubblica.it "continua ad attaccarci con una propaganda delirante e pericolosa, che diffonde nel Paese un clima di odio verso la stampa ed espone Carlo Bonini e gli altri colleghi a reazioni incontrollate". Poi il quotidiano passa a spiegare come sono andate le cose: in sostanza gli sms pubblicati da Grillo sono quelli che si sono scambiati la Raggi e Di Maio, mentre il giornale riprende lo scambio tra la sindaca e Marra, presumibilmente 'espunti' i riferimenti alla richiesta di informazioni su Marra fatta dai vertici del Movimento al procuratore di Roma, Giuseppe Pignatone. "Si tratta della selezione delle frasi di Di Maio che Virginia Raggi ha inoltrato a Marra. Si tratta del testo conservato nella memoria del cellulare sequestrato a Raffaele Marra al momento dell'arresto e agli atti dell'inchiesta" scrive Repubblica.
Di Maio: diffidate di quello che leggete
Ma intanto Luigi Di Maio ha affidato a un video messaggio su Facebook il suo monito al popolo dei grillini: "Diffidate di quello che leggete". "Chiedo ai giornalisti e ai direttori onesti di starci vicino. La misiura è colma e se vogliamo giocare al giornalismo killer si sappia che in questo momento nemmeno a noi interessa che la stampa perda credibilità. A noi interessa che ci sia un cane da guardia del potere" ma "i direttori dicano da che parte stanno: se dalla parte dell’informazione o di qualche partito. Noi siamo gli unici che possono arrivare al 40 per cento e provare a governare questo Paese e io non mi faccio intimidire da questi attacchi. Chiedo ufficialmente le scuse dei direttori".
Ma cosa c'è scritto nei messaggi tra Di Maio, Raggi e Marra?
Lo scambio tra Di Maio e la sindaca risale al 10 agosto, un mese dopo l’incontro a Montecitorio tra Di Maio e Marra, ora detenuto nel carcere di Regina Coeli con l’accusa di corruzione. “Io quel signore l’ho incontrato solo una volta per dirgli che non aveva la nostra fiducia e dissi a Virginia di mandarlo via, e non lo ha fatto”, aveva spiegato Di Maio a ‘In mezz’ora’, “quella che si vuole far passare per una mia responsabilità è in realtà di Virginia, che si è scusata”. Proprio perché investito dal fuoco amico, Marra aveva chiesto un incontro a Di Maio, che il 6 luglio lo aveva ricevuto. Il mese successivo la nomina di Marra era però ancora al centro di polemiche interne.
“Vorrei ricordarti che ho manifestato la mia disponibilità a riprendere l’aspettativa sin dal giorno in cui ho incontrato il vicepresidente Di Maio a cui manifestai la mia disponibilità a presentare l’istanza qualora non fossi stato in grado di convincerlo, carte alla mano, sulla mia assoluta correttezza morale e professionale”, aveva scritto Marra a Raggi, il 10 agosto, “l’incontro come sai andò molto bene tanto che lui mi disse di farmi dare da te i suoi numeri personali, cosa che per correttezza non ho mai fatto. Pensavo che quell’incontro potesse rappresentare un punto di svolta. Evidentemente mi sbagliavo”.
Ancora quel 10 agosto, Raggi, ricevuti i messaggi di Marra, contatta Di Maio per fare il punto sulle crescenti pressioni dei compagni di partito perché facesse marcia indietro sulla sua scelta come vice capo di gabinetto. “Quanto alle ragioni di Marra… Lui non si senta umiliato”, avrebbe risposto Di Maio, “È un servitore dello Stato. Sui miei il Movimento fa accertamenti ogni mese. L’importante è non trovare nulla”. Questo messaggio sarebbe stato poi inoltrato dalla sindaca allo stesso Marra per rassicurarlo sulla solidità della sua posizione. Quattro mesi dopo sarebbe arrivato l’arresto. Il legale di Marra, Francesco Scacchi, ha confermato l’esistenza delle chat e ha assicurato che il suo assistito “parlerà, parlerà di tutto, perché ha intenzione di farlo e non ha cambiato idea”.
Aggiornamente del 14 febbraio 2017, ore 13:40: una precedente versione di questo articolo non teneva conto della replica del Movimento e di quanto pubblicato da Beppe Grillo sul suo blog.
Aggiornamento del 14 febbraio 2017, ore 17:18: una precedente versione di questo articolo non teneva conto della replica di Luigi Di Maio su Facebook
Aggiornamento del 14 febbraio 2017, ore 17:56: una precedente versione di questo articolo non teneva conto della replica di Repubblica
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