Roma - Matteo Renzi celebra a Palazzo Chigi i mille giorni del suo governo, un esecutivo "nato per fare le riforme - dice -. Ora la parola è al popolo sovrano" che domenica 4 dicembre sarà chiamato a votare per il referendum costituzionale. "Solo Berlusconi e Craxi hanno superato i mille giorni", sottolinea il presidente del Consiglio facendo notare che si tratta del quarto esecutivo più duraturo nell'era repubblicana (Berlusconi superò i mille giorni due volte con due diversi governi). Come nel suo stile, il premier illusta i risultati del suo esecutivo con 4 slide (vedi sotto).
IN DETTAGLIO I RISULTATI DEL GOVERNO RENZI
- PIL: +1,6% da I trimestre 2014 a III trimestre 2016.
- Rapporto deficit/pil: -0,4% da I trimestre 2014 a II trimestre 2016.
- Debito pubblico: -43 miliardi (agosto e settembre 2016)
- Consumi famiglie: +3% da I trimestre 2014 a II trimestre 2016.
- Occupati totali: +656mila da febbraio 2014 a settembre 2016.
- Occupati dipendenti permanenti: +487mila da febbraio 2014 a settembre 2016.
- Inattivi: -665mila da febbraio 2014 a settembre 2016.
- Tasso disoccupazione: -1,1% da febbraio 2014 a settembre 2016.
- Tasso disoccupazione giovanile: -5,9% da febbraio 2014 a settembre 2016.
- Produzione industriale: +2,3% da febbraio 2014 a settembre 2016.
- Export: +7,4% da febbraio 2014 a settembre 2016.
- Bilancia commerciale: +18,3 mld da febbraio 2014 a settembre 2016.
- Fiducia consumatori: +13,4% da febbraio 2014 a settembre 2016.
- Procedure di infrazione con la Commissione Ue: -47 (da 119 a 72) da febbraio 2014 a settembre 2016.
- Adozione decreti attuativi: +32% da febbraio 2014 a settembre 2016.
Renzi, precisando che i dati dei primi mille giorni provengono dalla fonte Istat, conviene che "c'è ancora moltissimo da fare". Il premier rimarca anche le 157 crisi occupazionali risolte in questi mille giorni. "L'Italia aveva una ecatombe di posti di lavoro. Non andiamo bene - riassume Renzi - ma stiamo andando meglio di prima". Il boom dei voucher? Secondo Renzi "il 70% dei nuovi posti di lavoro sono a tempo indeterminato". Inoltre l'aumento del 3% dei consumi delle famiglie è "un caloroso abbraccio a tutti quegli economisti che continuavano a dire che gli 80 euro non hanno avuto effetto".